La bellezza ha tante … forme

Creato il 09 maggio 2013 da Tabulerase

La bellezza ha tante … forme tabule rase

La concezione di bellezza femminile (e per alcuni aspetti anche quella maschile), sia nel mondo occidentale che in quello orientale, è sempre stata specchio della cultura delle varie ere storiche ed espressione della “classe dominante”. Per esempio, i famosi, anzi meglio dire famigerati, piedi di loto, i piedini minuscoli delle donne cinesi ottenuti con crudeli bendaggi sin dall’infanzia, per molto tempo nel grande paese asiatico sono stati considerati elemento imprescindibile di bellezza, contro i piedi  grandi (normali) considerati invece grotteschi e segno appartenenza ad una classe sociale infima. Altro esempio, più vicino a noi e quindi più comprensibile, è dato dalla abbronzatura che fino a metà del ‘900 è sempre stata segno tangibile di lavoro manuale all’aria aperta, mentre oggi è indice di ricchezza, status sociale elevato, buona salute, vacanze…  lampade…

Tanti tipi di bellezza per quante sono le culture del mondo e le ere della storia.  La “moda” tiranna, ingenerosa e implacabile, decide ciò che è bello e ciò che non lo è rendendo la “bruttezza” – la non rispondenza, esatta, a determinati  imperativi categorici e artificiosi – la causa più evidente di discriminazione sociale (più del sesso e della razza, per intenderci).

Bellezza è magrezza, esasperata, inquietante. E chi ha le forme meno puntute è out…

Guardate la ragazza della foto. L’immagine triste di una donna irreale e il bianco e nero amplifica il senso di agghiacciante lievità .Le braccia scarnificate,le gambe scheletriche (che nel resto della foto ci sono, ma che risultano tagliate per esigenze grafiche), il volto angosciosamente tirato: l’emblema di una sofferenza indotta, non necessaria, sgradevole alla vista. Nonostante ciò la foto è stata utilizzata alcuni mesi fa per  pubblicizza un noto brand (italiano, alla faccia delle “rotondità” nostrane) che l’utilizza per rappresentare il bello, l’eleganza, la moda e se io avessi 15 anni la mia percezione sarebbe diversa: non sarei più triste per la ragazza emaciata ma mi guarderei allo specchio e poverina lo direi a me stessa (in passato, mea culpa, in effetti così facevo…).

Comincerei a farmi mille domande: “perché non sono così magra? Perché i jeans dell’anno scorso mi vanno stretti?” e comincerei con saltare la colazione, a limitare il pranzo, a cenare con una tazza di latte, prima, e poi solo con un tè. Comincerei a pesarmi 4 o 5 volte al giorno controllando i grammi e finirei per non mangiare più niente o per mangiare e  poi vomitare (usiamo le parole esatte).

E’ indubbio che i media svolgano un ruolo importante nell’influenzare le opinioni e le scelte della gente e degli adolescenti in particolare. Le riviste, i giornali,la televisione,  internet ci bombardano con  immagini stereotipate che niente hanno a che vedere con il reale, ma che sono percepite come emblema di desiderabilità. La maggior parte delle celebrità ostentano i loro corpi cesellati e lo stomaco piatto, risultato in alcuni casi – perché no?-di allenamenti faticosi e diete sane, e in altri di abili manipolazioni digitali (Photoshop fa miracoli!) o di costose manipolazioni chirurgiche …E perfino per gli spot del dentifricio si usano modelle taglia… zero!

Sarebbe, però, riduttivo pensare che l’esaltazione della magrezza da parte dei media , sia il solo movente di patologie gravi e complesse, quali l’anoressia e la bulimia, che trovano invece i loro motivi scatenanti negli equilibri familiari e relazionali. Non c’è per forza un nesso causale tra l’esaltazione di un dato modello irreale di bellezza e l’innescarsi dei disturbi alimentari. Anche perché, se così fosse, allora, essendo globale il mercato della moda, dovrebbe essere globale anche il fenomeno dell’anoressia, fatto non vero, visto che in alcune parti del pianeta il problema non esiste.
In italia , però, il problema esiste (Report – Euro conferenza salute giovani) :

-  La mortalità per suicidio o per complicanze somatiche conseguenti alla malnutrizione è del 10% a dieci anni dall’esordio e del 20% a venti anni: costituisce la prima causa di morte per malattia nella fascia di età compresa tra i 12 e i 25 anni, in pazienti di sesso femminile.
-  Circa il 5 per cento delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di anoressia o bulimia, ma l’incidenza sta salendo anche tra le quarantenni e tra gli uomini, facendo arrivare così alla cifra complessiva di 3 milioni il numero di persone affette da problemi alimentari.

Questi dati fanno riflettere e se è vero che non è tutta colpa della moda e dei media, forse, se la ragazza nella foto avesse un aspetto più sano, una ragazzina qualsiasi , dall’altra parte della rivista, continuerebbe a fare colazione la mattina e a vedersi bella perché la bellezza, che ha tanti aspetti, modi, tipi – mi perdoni la modella della foto- non sta certo in questo infelice scatto…

Riguardo alla bellezza , una bellissima (magra naturale) del secolo scorso, Audry Hepburn, scrisse:
“Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili.
Per avere uno sguardo amorevole, cerca il lato buono delle persone.
Per avere un aspetto magro, condividi il tuo cibo con l’affamato.
Per avere capelli bellissimi, lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno.
….La bellezza di una donna non risiede nell’aspetto, ma la vera bellezza in una donna è riflessa nella propria anima. È la preoccupazione di donare con amore, la passione che essa mostra…”

La bellezza ha tante … forme tabule rase


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