Lo diceva Fëdor Dostoevskij, lo scrittore russo che con i suoi capolavori ha illuminato con sciabolate di luce le profondità dell'anima: si può vivere senza la scienza, si può vivere senza pane, solo senza la bellezza non si potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo.
È vero: tutti in un modo o nell'altro, cerchiamo la bellezza. La cerchiamo anche se non ne siamo consapevoli.
Allo stesso modo respiriamo, senza interrogarci su quello che stiamo facendo, senza riflettere su quanta sia necessaria e complessa questa azione.
Tutti cerchiamo la bellezza, solo che ognuno di noi abbiamo modi diversi di intenderla. Succede con ciò che più richiama la nostra umanità: l'amore, la compassione, la giustizia. Provate a cercare definizioni buone per tutti.
Così è con la bellezza: la cerchiamo, solo che abbiamo modi diversi per intenderla. E forse è proprio questo, il bello della bellezza.
Non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla ed ogni mente percepisce una diversa bellezza.
Sono le uniche parole che conosco di David Hume, il grande filosofo dell'illuminismo inglese: e mi piacciono.
Non so come definirla davvero, la bellezza. Però so che è nel mio sguardo, nella mia capacità di stupirmi e di rinnovare questo stupore.
(da Paolo Ciampi e Massimo Orlandi, Semi di cambiamento, Romena edizioni)
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