Con l’avvento dell’era digitale, il nostro modo di vivere è stato completamente stravolto dal WorldWideWeb.
Difatti ad oggi, l’accesso a specifici contenuti, siano essi informazioni o riprese di eventi, è relegato ad una parola o una frase.
Tuttavia la natura multiforma della rete, ha concesso dei lasciapassare anche a contenuti di tipo “illegale”, o più generalmente denominato pirata.
Film, musica, giochi e applicazioni, tutto facilmente accessibile e soprattutto gratis, in più il passaggio dalle bbs al protocollo torrent, avvenuto nell’arco di un decennio, ha permesso non solo un evoluzione dei mezzi proporzionale ai contenuti, ma anche un migliore approccio ad essi, aumentandone i dettagli correlati, e semplificandone la fruizione.
E tutto a discapito delle major, che interessate al solo guadagno, si adagiano sugli allori incolpando i suddetti mezzi di scarsi introiti.
È però appurato, che la pirateria è favorita non solo da un costo maggiorato, ma anche da una scarsa disponibilità, e in determinati casi da una poco versatile accesso ai contenuti.
Che di fatto precludono l’acquisto, facendo letteralmente girare la testa degli acquirenti, peraltro già impegnati nel confrontarsi con “esimi ricercatori di mercato”, che non alzerebbero un dito per migliorare la situazione, gettando tutto alle ortiche nel modo meno furbo della storia, ovvero citando la legge, che può essere facilmente manipolata (e noi ne sappiamo qualcosa) con leggi “ad personam/ad minchiam”.
Un esponente della cinematografia chiama per il suo compenso, DATEGLI 10.000 EURO!!!
Bollando così ogni qualsivoglia forma di ragionamento, come un modo per arrampicarsi sugli specchi, o per sviare un eventuale “esame di coscienza”, citando così la solita storiella del necessario o non necessario, ricordata ai tempi di vacche magre, li dove queste provenivano da ambi i lati presi in considerazione.
Ma, si suppone, data la fiorente quantità di pecunia delle varie case, che le vacche magre siano quelle che “PA-GA-NO”, quindi niente santificazione generale come volevasi dimostrare, ma puro menefreghismo da “abbundantum salarium”, che impedisce una più semplice visione della faccenda, ovvero che la pirateria è solo un modo come un altro per passare il tempo, sfruttando la già presente indifferenza dell’acquirente, verso un prodotto non fisico, che non ha richiesto tempo per essere “ri-creato” e che quindi non può, e mai potrà, in nessuna forma di ragionamento, essere considerato come qualcosa di rubabile, a meno che questo non venga rivenduto a modiche cifre.
Ad ogni modo nelle ultime settimane, abbiamo avuto più di una conferma riguardo a tutta questa faccenda, come ad esempio quella dei download via torrent della terza stagione de “Il trono di spade”, che hanno registrato la partecipazione di circa 160.000 utenti in meno di un giorno.
O quella degli appena nati Zona e Popcorn, che seguono la filosofia Netflix applicata al protocollo torrent.
O ancora quella dell’equo (in tal caso iniquo) compenso, che con un secco NO al cambiamento ha falciato prodotti high-tech che sono, o che contengono memorie di massa, incrementandone il costo al fine di premunirsi il caso di sopracitati utilizzi.
Insomma, l’ennesima dimostrazione di reflettori malpuntati, verso chi, a differenza d’altri, non farebbe nascere idee dal solo denaro, o dalle sole ore passate alle isole Cayman fra un bagno e l’altro.
Lascio quindi la parola a voi.
La benda della discordiaSecondo te qual'è il modo migliore per far capire a questi geni dell'economia i loro errori ?- Oltre a seguire la già logica strada intrapresa, li sbeffeggio fingendomi interessato, per poi piantarli sul più bello.
- Mi fumo un bel calumè della pace, e mi limito a seguire la strada logica.
- Ma a me che cazzo me ne frega a me (cit.), alla TV c'è il Grande Fratello.