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La Bibbia firmata Chagall: “Giosuè davanti all’angelo con la spada”

Da Leragazze

La Bibbia firmata Chagall: “Giosuè davanti all’angelo con la spada”

Alle vicende di Giosuè, Chagall dedica ben dieci immagini, le nn. 42-51, sostanzialmente il 10% dell’intera serie biblica. Un tema quindi che l’artista aveva caro, fino al punto da inserire addirittura delle ripetizioni (la n. 50 e la n. 51, “L’esortazione di Giosuè” e “Giosuè e la pietra di Sichem” sono due versioni, molto simili, dello stesso episodio).

A colpire di più, tuttavia, è la incredibile metamorficità del successore di Mosè, che cambia completamente aspetto fisico, età e abbigliamento da un’illustrazione all’altra; al punto che, se non ci fossero le didascalie, sarebbe impossibile dedurre che si tratta della stessa persona. È evidente che Chagall ha concentrato su Giosuè numerosi temi, facendone il “prestanome” di diversi personaggi ideali. In qualche caso, come nel n. 47, la precisione dei dettagli somatici lascia supporre che il pittore avesse in mente qualcuno di sua conoscenza.

Dopo averci ruminato per mesi, sono arrivato alla conclusione che la soluzione più ovvia spesso è la più azzeccata. Questa poliedricità di Giosuè, probabilmente, non fa altro che riflettere i “diversi aspetti” della Terra promessa (quale era negli anni ’30, ripetiamolo). Passando in rassegna le 10 acqueforti, la Terra promessa si presenta come: dura lotta; ritorno all’Eden; luogo in cui si onora e si ascolta la Torah; luce della Presenza divina; terreno fisico, suolo, Natura da amare e benedire.

Per questa rubrica verranno scelte due immagini che contengono riferimenti iconografici piuttosto interessanti. La prima è la n. 45 “Giosuè davanti all’angelo con la spada”. Come sempre, il primo impatto è di un’immediatezza palmare. E ingannevole. L’incisione rispetta alla lettera il testo biblico riportato in didascalia: “Ora, trovandosi Giosuè nei dintorni di Gerico, alzò gli occhi e vide innanzi a sé un uomo in piedi, con in mano una spada sguainata (…). Giosué cadde bocconi a terra, l’adorò e disse: Che cosa comanda il Signore al suo servo?”.

Però. Però. È vero che, in questa sequenza di immagini, Giosuè cambia continuamente look, ma qui l’impressione è che si sia trasformato nientemeno che in… donna. L’angelo, dal canto suo, con la sua posa statuaria e quella enorme spada non impugnata per l’elsa, ma esibita simbolicamente tenendola per la lama, fa pensare parecchio al Cherubino posto all’ingresso del giardino dell’Eden dopo la cacciata di Adamo ed Eva.

L’ingresso nella Terra promessa, che – sit venia verbis – non è tanto un movimento geografico quanto un’introduzione nel cuore stesso di Dio, costituisce il risanamento del patto originario tra il Creatore e la creatura. Chawwà (Eva), la Madre di tutti i viventi, qui identificata con la “figlia di Sion”, ha ritrovato la strada per il paradiso perduto.

dhr



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