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La Bibbia firmata Chagall: Postfazione

Da Leragazze

La Bibbia firmata Chagall: Postfazione

La Bibbia illustrata da Marc Chagall è come una mitologica sirena: non solo è bellissima e incanta, ma ha una coda.

La coda consiste nelle sue illustrazioni per le Mille e una notte, opera che – come la Bibbia – ebbe una lunghissima gestazione, ventennale, prima di giungere alla pubblicazione. Nel caso delle Sacre Scritture, il lavoro fu in gran parte eseguito negli anni Trenta del Novecento, ma poi completato negli anni Cinquanta. Nel frattempo, nel 1948, venne alla luce la limitata e prestigiosa edizione delle Mille e una notte, la cui prima idea risaliva addirittura agli anni Venti.

A proporgliela era stato il ricco editore francese Ambroise Vollard, anfitrione di artisti quali Rouault e Picasso, e specializzato in volumi di superlusso. Allʼepoca, Chagall aveva rifiutato perché non era soddisfatto delle tecniche di stampa a colori allora disponibili; un aspetto su cui non era disposto a transigere per raffigurare in maniera degna il mondo raffinato e caleidoscopico di Sharazad. Solo più tardi, in America, il pittore si imbatté in un tipografo allʼaltezza, decidendo quindi di rimettere in cantiere il progetto.

La versione chagalliana delle Mille e una notte è tuttʼaltro che unʼedizione critica. Anzitutto, contiene solo quattro fiabe, e in secondo luogo si basa non sui manoscritti arabi ma sulla traduzione inglese del rimaneggiamento francese operato da Antoine Galland.

Lʼinteressante però è che a scegliere le “Notti” fu Chagall in persona. Già la selezione dei testi rivela molto di lui, soprattutto in quella fase della sua esistenza. Storie di amore con donne dal fascino irresistibile, eventi che si accalcano e si intricano, popoli diversi che fanno fatica a comprendersi o si fanno la guerra. Era il mondo appena uscito dal secondo conflitto mondiale; e Chagall stava ancora metabolizzando la morte dellʼadorata moglie Bella (1944), prima di convolare a seconde, felici nozze con Vava (1952). La tavola di apertura mostra infatti il sultano e Sharazad “benedetti dallʼalto” da una donna celestiale: evidente augurio che Chagall faceva a se stesso per il futuro, chiedendo lʼintercessione soprannaturale della compagna scomparsa.

Altrettanto interessante è il fatto che lʼartista si muove con grande libertà per il testo delle Mille e una notte, modificando molti dettagli e aggiungendo del suo, cioè elementi tipici del proprio immaginario, nonché elementi tratti dalla Bibbia. Ad esempio, il “grande e potente sovrano di nome Sabur” rinvia decisamente a Salomone. La sfilata della femme fatale Halimah è raffigurata come una sorta di “ingresso del re o Messia a Gerusalemme”, tema ebraico o cristiano che Chagall si diverte a rielaborare in vari modi. Qui, ad esempio, la b/Bella è nuda, e nel suo corteo si intravede un personaggio simile a David con in mano la testa di Golia.

Soprattutto, in questa serie Chagall recupera un tema esplicitamente che aveva lasciato “implicito” nelle incisioni per la Bibbia: la tentazione di Adamo ed Eva in Eden. La scena in cui Jauharah irretisce il suo spasimante Badr Basim per poi trasformarlo in uccello, viene condensata in unʼimmagine in cui lei attira lui su un albero, mentre lui viene morso da unʼenorme creatura blu-verde dalla sagoma attorcigliata, con gli occhi rossi.

Da rimarcare infine il discorso ecumenico, per cui lʼebreo Chagall illustra un testo musulmano infarcendolo di riferimenti ebraici, cristiani e orientaleggianti. Il suo atteggiamento non è niente affatto irenista, ossia “massì! Mosè, Gesù, Maometto, Buddha, è tutto uguale”. Chagall non cerca facili risposte nelle varie religioni, semplificandole e banalizzandole tutte; al contrario, nelle diverse religioni cerca domande difficili: quelle sulla vita, sulla morte, sullʼumanità, sulla direzione della Storia. Le stesse domande con cui è stato costretto a confrontarsi anche lui.

dhr

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Edizione italiana: Le mille e una notte a colori, illustrate da Marc Chagall, Donzelli, 2011, pagg. 242, euro 23.



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