[post sponsorizzato]Il mio rapporto con la religione è sempre stato altalenante, ci sono stati periodi in cui ero follemente innamorata della chiesa, del sacerdote, dell'oratorio, non mi perdevo una domenica a messa ed ero convinta che davvero Dio, Gesù, la Madonna e tutti i Santi tirassero le fila del mondo, secondo regole di pace, amore ed uguaglianza. Poi mi sono scontrata con la realtà, con il fatto che la chiesa è un istituzione creata dagli uomini, seppure per volere divino, essa è pertanto imperfetta, non immune ai peccati a volte boriosa e saccente, naturalmente peccatrice come nella natura di tutte le cose terrene.
Ciò nonostante io credo, credo in Dio, ai suoi principi, ai precetti cristiani, credo per il bisogno che tutti abbiamo di credere che ci sia qualcosa o qualcuno a cui poterci affidare quando la ragione non ci sostiene più. Qualcosa o qualcuno che vada oltre l'uomo e le sue istruzioni, sia esso Dio, Buddha, Halla (si scrive così?) a cui poter affidare le nostre speranze e le nostre sofferenze. Magari non è vero, non esiste nessuno e anche Dio è un invenzione profana per curare le coscienze degli uomini, ma io sento il bisogno di credere e ogni tanto pregare, come cura dell'anima e dello spirito, senza troppe domande, come quando hai sete e bevi.
Ho battezzato i miei bambini, e con questo non credo a chi dice che ho tolto loro la libertà di scegliere in cosa credere. Con il battesimo ho dato l'oro un indirizzo, da grandi saranno liberi di scegliere se bussare a quell'indirizzo, entrare, vedere chi vi abita o lasciar perdere. Come genitore gli ho mostrato una strada, tocca a loro decidere se seguirla o meno e come seguirla.
Religione, credi e chiesa a parte, credo che davvero la Bibbia sia uno dei libri più affascinanti che sia mai stato scritto.
L'ho letta, una volta sola, dalla prima all'ultima pagina, capitolo, per capitolo, versetto per versetto. La trovai nel cassetto di un albergo in Canada, nell'estate del 2005 era il viaggio della maturità e il giorno dopo sarei andata alla cascate del Niagara. Era in Italiano, una bibbia scritta in italiano, nel cassetto di una albergo canadese, in quella stanza in cui per una notte avrebbero dormite 2 ragazze italiane. Capite bene la sorpresa, ero incredula, davvero, una cosa impossibile. Lo presi come un segno e fu il libro di quel viaggio, assieme ad un volume di poesie di shakespeare che poi regalai ad un ragazzo italiano conosciuto a Boston che a volte ancora sento.
Credo che tutti prima o poi debbano leggerla la Bibbia, da soli, senza i commenti dei sacerdoti e delle persone, per capirla meglio. Un giorno vorrei leggere il corano, per vedere se sono poi così diversi come libri.
La Editrice La Scuola ha creato per i piccoli la Collana La Bibbia per bambini. APP che racconta le vicende dell’Antico e Nuovo Testamento, con la possibilità di poter interagire, ascoltando e leggendo gli episodi biblici più fondanti (dalla Creazione alla vita di Gesù).L'app è proposta in 3 lingue, italiano, inglese e spagnolo ed è indicata maggiormente per bambini dai 4 ai 10 anni è tra le caratteristiche più carine c'è quella di poter registrare anche la propria voce mentre si legge, da poter suggerire in alternativa all'auto lettura pre-impostata.
Tutto il fascino del ‘Libro dei libri’, senza tralasciare la parte più ludica, una nutrita sezione di giochi che propone a fianco dei sempreverdi puzzle e memory, originali attività di coordinamento mano-occhio e capacità d’osservazione, in grado di far combaciare intrattenimento puro (i games a livelli permettono di completare un album di figurine virtuale) ed educazione: i bambini, divertendosi, ricordano più facilmente personaggi, avvenimenti, simboli.
Stiamo provando l'app in questi pomeriggi di pioggia battente e a giudicare dall'entusiasmo con cui i bambini l'hanno accolta, non posso che consigliarvela. La grafica è molto molto bella, ben curata nei dettagli e nelle animazioni. I giochi sono molto coinvolgenti e le storie sono state magistralmente riscritte per essere comprese dai bambini che restano rapiti ad affascinati fino all'ultima parola.