La bicamerale dei carini e il depistaggio mediatico

Creato il 30 aprile 2013 da Veritaedemocrazia

Composizioni grafiche di Luca Peruzzi

Il governo Letta è la prosecuzione del governo Monti con altri mezzi. La ragione sociale è la stessa (la sintesi e la mediazione tra la subalternità al grande capitale finanziario e all'atlantismo nella politica estera e militare da un lato ed i poteri ed i particolarismi feudali così forti nel nostro Paese dall'altro) ma sono cambiati gli interpreti. Non più i tecnici immeritatamente accreditati di competenza e sobrietà ma politici espressione diretta dei partiti pur dentro un'operazione di restyling che ha portato sulle poltrone del Governo facce nuove con un'abbondante presenza di donne, di esordienti, una campionessa olimpica come Josefa Idem e la prima ministra nera Cécile Kyenge. Alla sadica retorica della medicina amara e impopolare da somministrare agli italiani per il loro bene si è sostituita la fraudolenta e ruffiana doppiezza dei politici di professione. L'attenuazione dell'IMU diventa la priorità del Governo senza dire che ciò comporterà, con i vincoli finanziari europei inalterati, altri tagli al welfare, altre privatizzazioni, ulteriore smantellamento della scuola e della sanità pubblica. Questo cambiamento estetico al momento è l'unico risultato prodotto dallo sconvolgente risultato delle ultime elezioni politiche nelle quali la richiesta di cambiamento, il voto di protesta, il rifiuto di partiti ormai totalmente screditati ha riguardato – tra astensione ed il voto al Movimento 5 Stelle e alle liste di opposizione radicale – almeno metà dei cittadini e questa è l'unica risposta che il 'sistema' ha ritenuto di dover dare. Una sorta di bicamerale dei carini, parafrasando la fortunata formula 'del partito dei carini' affibbiata da Maurizio Crozza alla proposta politica di Montezemolo, con la riproposizione del tentativo di 'rifondare' l'Italia attraverso l'accordo tra una falsa sinistra e la destra eversiva berlusconiana fondato sulla menzogna che queste rappresentino la stragrande maggioranza dei cittadini. Non è così perché al netto dell'astensione PDL, PD e Monti sono stati votati da non più del cinquanta per cento degli aventi diritti al voto ed i consensi raccolti sarebbero stati ancora di meno senza la truffa del Porcellum e la menzogna di coalizioni di centrosinistra e centrodestra tra loro contrapposte solo nella retorica elettorale.
Sono dunque cambiati gli interpreti sul palcoscenico ma i registi e gli sceneggiatori sono rimasti gli stessi del governo Monti: le istituzioni finanziarie europee e la Nato attraverso il proprio plenipotenziario Napolitano, Berlusconi, il Vaticano. E Berlusconi, alla faccia delle primarie del centrosinistra e del risultato delle elezioni (dove tutti – Monti, Grillo, Bersani – hanno chiesto voti contro Berlusconi), è il vero azionista di maggioranza del nuovo governo. Nessuno dei ministeri chiave (l'economia, gli interni, la giustizia, gli esteri, la difesa, le infrastrutture) è stato assegnato agli esponenti del PD e per di più gran parte della sua compagine di governo è espressione dell'area moderata e post-democristiana. Il destino del governo è ora in mano al Cavaliere nero di Arcore che, ottenuta la resa incondizionata del PD (che ancora una volta ha gettato al vento la maggioranza relativa che gli avevano assegnato gli elettori) e forte dei sondaggi elettorali al momento per lui favorevoli, lo farà vivere finché sarà confacente ai propri interessi ed ai propri desiderata. Fino all'ardire osceno di proporsi come nuovo padre costituente alla guida della nascente commissione per le riforme istituzionali. 

Citando Marco Travaglio il centrosinistra guidato dagli ex comunisti e dagli ex democristiani è da vent'anni che sbaglia o è da vent'anni che è d'accordo con Berlusconi? C'è da chiedersi quale perversi percorsi mentali possano far attribuire la colpa dell'inciucio a Grillo. E' vero nelle trattative per la formazione del governo immediatamente successive alle elezioni, secondo molti elettori, probabilmente più di sinistra che grillini, e secondo osservatori non ostili al Movimento 5 Stelle, è stato commesso l'errore di non offrire la propria disponibilità ad appoggiare un esecutivo guidato da una personalità indipendente, autorevole ed integerrima. Ma è stato tutto diverso nella vicenda Quirinale: e qui si è dimostrato che il Partito Democratico rifiutando la candidatura Rodotà non voleva altro che correre verso l'inciucio. Chissà cosa porta gli elettori del PD (che magari hanno simpatizzato per il popolo viola e partecipato al No B Day o che pubblicavano con ferocia sui social network le 'perle' degli esponenti del PDL) ad accettare ora con rassegnazione il governo con Berlusconi e a ritrovare il proprio partito in maggioranza con Gasparri, Brunetta, Schifani, la Gelmini (anche se del resto ciò era già successo nell'anno e mezzo del governo Monti). Se davvero era questo l'unico governo numericamente possibile sono davvero convinti che farà l'interesse degli italiani? E non sono consapevoli che pone Berlusconi in una posizione di forza assolutamente sovradimensionata rispetto all'esito elettorale e alla volontà degli italiani? Josefa Idem e Cécile Kyenge possono far dimenticare tutto questo?

Da ultimo, l'operazione 'larghe intese' richiede (come del resto 'auspicato' da Napolitano in modo assai discutibile) la 'collaborazione' del sistema dell'informazione: non ci sono dubbi, tranne qualche eccezione come Il Fatto Quotidiano, che la stampa e la televisione non farà mancare il proprio appoggio al governo Letta ma come già successo con Monti e i tecnici ben presto i cittadini si renderanno conto con chi hanno a che fare e quali sono i veri obiettivi che li muove. Questa operazione di depistaggio mediatico si è avvantaggiata anche dell'attentato contro i carabinieri nel giorno del giuramento del nuovo governo. Si tratti di uno squilibrato, si tratti del gesto di una persona disperata, si tratti di un complotto (nel Paese delle stragi e del rapimento Moro, della P2 e di Gladio è lecito pensare tutto), per il nascente governo è stato un autentico dono della Provvidenza con il quale si può alzare il dito contro i seminatori di odio (così sono definiti gli oppositori democratici e chi denuncia le malefatte della classe dirigente) e per indurre i cittadini a stringersi attorno alla Sacra Unione Nazionale.
Assente ingiustificata è ancora la sinistra: riuscirà a ritrovare almeno adesso un briciolo di dignità e di forza una sua proposta di alternativa? E ovviamente non penso al timido Civati o alla sinistra dei salotti buoni di Vendola, Barca (e forse Landini). Penso ad un vero e reale movimento di opposizione democratica e radicale.
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