Magazine Ecologia e Ambiente

La biomassa: una fonte rinnovabile INSOSTENIBILE per colpa del libero mercato

Creato il 13 aprile 2011 da Howtobegreen

La biomassa: una fonte rinnovabile INSOSTENIBILE per colpa del libero mercato

La biomassa è una fonte di energia rinnovabile. Il grande problema che ruota attorno a questa fonte è il fatto che è praticamente impossibile stabilizzare l’equilibrio fra produzione e il relativo consumo e non solo. E’ ovvio che se la richiesta da parte del mercato risulta superiore all’offerta ciò che si verifica è uno sovra sfruttamento senza controllo che è la prima causa in grado di rendere questa fonte rinnovabile ben lontana dell’essere sostenibile. Ma cosa bruciano le centrale elettriche a biomassa? Cippato (legno tritato) e scarti di segheria principalmente. Tutto sta a vedere come e quanto bruci. Non solo. Essendo la biomassa incentivata (ovvero sostenuta finanziariamente per permettere un profitto economico agli investitori) si verifica sempre più spesso che il principio della filiera corta, ovvero la necessità di reperire lo cippato o gli scarti di segheria in loco entro 70 km, si trasforma in filiera lunga o lunghissima. Così, per mere logiche dettate dal libero mercato, per alimentare una centrale elettrica a biomassa può risultare conveniente prelevare materia prima fuori provincia, regione e persino fuori nazione!!! Questo comporta un via vai di TIR su gomma che arrivano a percorrere fino a 400 km e container trasportati via mare e via oceano.. alla faccia della sostenibilità e della riduzione dell’inquinamento.
Un altro problema causato dagli incentivi statali alla biomassa è quello che le centrali posso nascere e nascono un po’ dappertutto sul territorio nazionale senza pianificazione e senza tener conto delle effettive risorse di approvvigionamento locali.
Gianni Tamino – biologo dell’Università di Padova – “Sono già centinaia le proposte di centrali che vanno dalla Sicilia, al Friuli, al Piemonte, a tutte le regioni d’Italia. Se venissero realizzate anche solo la metà, non c’è nessuna possibilità di fornire la biomassa necessaria per queste centrali.
Davide Pettenella – Dip. Territorio e sistemi Agro-Forestali Univ. Padova – “Siamo il primo importatore mondiale di legna da ardere. Guardando i dati Fao, se vede come abbiamo importato un milione e mezzo di metri cubi e l’abbiamo importato da Paesi, che sono anche il Cile, la Nigeria, l’Indonesia, il Brasile, l’Argentina. Pensa dal punto di vista energetico cosa significa trasportare questo legname su distanze così grandi".
C’è la corsa alla biomassa perché è incentivata, fino a ieri con i famosi CIP6, adesso con i certificati verdi, ossia quote pagate da chi inquina per finanziare chi produce energia da fonti rinnovabili. Dal 2011 i certificati verdi non dovranno più pesare sulla finanza pubblica e questo ha portato investitori a far richiesta di bruciare insieme alla biomassa anche i rifiuti e qualsiasi altra cosa come nel caso della centrale a biomassa nel comune di Argenta in provincia di Ferrara fermata e sequestrata nel 2006 dall’arma dei carabinieri.
Non è una caso che 90 scienziati americani abbiamo scritto ed inviato un manifesto ad Obama per rivedere le logiche di incentivazione previste dal programma Energy Act il quale provvede un forte supporto allo sfruttamento energetico della biomassa.
Anche in questo caso la logica del profitto si dimostra in grado di vanificare quanto di buono potrebbe essere offerto da una fonte rinnovabile potenzialmente rinnovabile al 100 percento.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog