Che ci si possa beare della vita
dove la vita non è altro
che miseria, come coriacea bocca
di leone che sfida solitaria
le inviolate leggi della fisica!
Abbarbicata ai nudi sassi, s’inerpica
eremitica sui muri e sui dirupi,
tingendo l’aria di tenui toni
porporini, sberleffo spudorato
all’ordinaria cura dei giardini.
Tra le pietre, gli basta una fessura
e pochi grani di terra aleatoria,
deposta dal vento e dalla pioggia;
la proletaria urgenza della vita
esplode imponderata in grappoli
sgargianti; mediterranea e solatia,
in penduli sprazzi di colore, rompe
con la monotonia del mondo usato.