Vjekoslav Bevanda premier incaricato
della Bosnia Erzegovina
Si chiama Vjekoslav Bevanda, è un economista, ha 55 anni, è un esponente del principale partito dei croati di Bosnia (l'Unione democratica croata, Hdz), è già stato ministro delle Finanze dell'entità croato-bosgnacca tra il 2007 e il 2011, e ha ricevuto l'incarico di formare il nuovo governo centrale. La designazione, decisa all'unanimità dalla presidenza collegiale bosniaca, è arrivata esattamente quindici mesi dopo le elezioni legislative e subito dopo l'accordo tra le principali forze politiche che ha scongiurato la totale e definitiva paralisi delle istituzioni centrali del Paese. Ora la nomina dovrà essere approvata dal parlamento centrale, quindi il premier incaricato avrà un mese di tempo per formare il suo esecutivo. Salvo volta faccia dell'ultima ora, il nuovo governo dovrebbe essere insediato entro la fine del mese. Il patto che ha posto fine a quindici mesi di crisi politica ha permesso anche l'adozione del bilancio delle istituzioni centrali per il 2011, mettendo a disposizione del governo centrale un miliardo di marchi bosniaci, ovvero 515 milioni di euro. E' stata così evitata la paralisi delle istituzioni e, in attesa che venga redatta la legge finanziaria per l'anno appena cominciato, è stato adottato per decreto il bilancio per il primo trimestre del 2012.
Da tempo la comunità internazionale e l'Unione europea chiedevano ai leader bosniaci di trovare un'intesa e formare un governo centrale, in modo da far ripartire il processo di integrazione. L'Unione europea, dopo aver accolto con favore l'intesa sul governo, ha invitato le forze politiche bosniache a varare nuove riforme per accelerare il processo di integrazione. L'impasse che si trascinava dalle elezioni politiche di ottobre 2010 aveva bloccato il riavvicinamento di
Sarajevo a
Bruxelles. La Bosnia si è trovata così al traino di tutti gli altri paesi balcanici nel cammino verso la Ue anche perché resta l'unica repubblica ex jugoslava a non avere ancora chiesto a Bruxelles lo status di Paese candidato all'adesione. Dopo essersi accordati sulla formazione del nuovo governo, i leader politici delle tre principali comunità della Bosnia Erzegovina (serbi, croati e bosgnacchi) hanno così raggiunto un'intesa anche sull'attuazione di due riforme richieste con insistenza da Bruxelles: la legge sul censimento e quella sulla distribuzione delle sovvenzioni pubbliche.