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La bottega del mistero ha le sue regole

Creato il 17 marzo 2012 da Zetaman
La bottega del mistero ha le sue regoleLe antiche leggi del lago d’Orta
Il 25 ottobre 1219 una grande folla si era riunita nella basilica di San Gaudenzio a Novara. Dopo circa 20 anni di guerra tra il Comune e il Vescovo la pace era finalmente vicina. Le parti si erano affidate a due arbitri che avrebbero deciso i termini dell’accordo.
I due erano Giacomo da Carisio, vescovo di Torino e vicario dell’imperatore, e l’arcivescovo di Milano, Enrico di Settala. Ma quando lessero la sentenza, a loro sfavorevole, i Novaresi si alzarono in piedi, protestando. Allora Giacomo da Carisio li richiamò al rispetto del giuramento solenne che avevano prestato, di accettare in ogni caso l’arbitrato.
Con l’accordo del 1219 al Vescovo di Novara veniva riconosciuta la signoria su un’area comprendente varie comunità sulle rive del lago d’Orta da Gozzano in su, con l’esclusione di Omegna.
Nasceva così un feudo che si caratterizzò per la decisa autonomia rispetto alle altre terre del Novarese. Anche quando quest’ultimo fu annesso allo Stato di Milano per passare poi sotto il dominio spagnolo, la Riviera di San Giulio mantenne la propria autonomia, sino alla fine del Settecento.
Nel 1344 il cremonese Guglielmo Amidano, Vescovo di Novara, promulgò nuovi statuti per la Riviera di San Giulio, al fine di “rimuovere i motivi di scandalo e comporre le liti che la natura dell’uomo ogni giorno tende a suscitare”. I suoi successori li integrarono con altre norme nei secoli seguenti.
Gli statuti comminavano pene severe ai ladri, che rischiavano la fustigazione per le vie di Orta, il taglio della mano destra e persino la forca in caso di recidiva. Ma erano puniti anche la bestemmia e il gioco d’azzardo, rei di minare le virtù morali degli abitanti. E vi erano persino prescrizioni su norme che definiremmo di igiene pubblica, come le frodi alimentari.
Per i reati più gravi il giudizio spettava al Vescovo, che esercitava sia il potere spirituale che quello civile, mentre per gli altri era il Castellano, un funzionario laico nominato annualmente dal Vescovo.
Esso risiedeva nel castello che sorgeva sull’Isola di San Giulio, dove si trovavano le carceri (altre erano a Gozzano) e dove si eseguivano le condanne capitali. L’aspetto interessante è che il Castellano non poteva insediarsi sull’isola senza il consenso degli abitanti. Cosa che talora avvenne, ad indicare che non si trattava di un parere formale.
Secondo molti storici il dominio vescovile era decisamente più mite rispetto a quello esercitato su altre terre dai poteri laici.
In effetti la Riviera di San Giulio era nella sostanza una sorta di repubblica, benché fosse sottoposta al Vescovo che era anche Conte. Larghe autonomie erano concesse alle comunità, che potevano votare ed eleggere i propri rappresentanti che si trovavano nel palazzotto di Orta per decidere degli affari comuni.
Rompendo ogni regola
“Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è, infinita.” È una frase del poeta, incisore e pittore inglese William Blake (1757-1827).
Considerato ai suoi tempi un pazzo visionario, Blake fu il cantore della tigre, cui dedicò una delle poesie inglesi più famose. “Tigre! Tigre! Divampante fulgore / nelle foreste della notte / quale fu l'immortale mano o l'occhio / che ebbe la forza di formare la tua agghiacciante simmetria?”
Tra i molti suoi lavori, Blake illustrò l’Inferno di Dante, continuando l’opera fin sul letto di morte. Smise solo per disegnare un ultimo ritratto della donna amata, il suo angelo disse, prima di chiudere gli occhi per sempre.
Blake esercitò una forte influenza sulla cultura visionaria del Ventesimo secolo. In particolare influenzò lo scrittore Aldous Huxley che scrisse il saggio “The Doors of Perception”. Nel saggio è contenuta anche la citazione di Blake e ad essa si ispirarono alcuni giovani musicisti californiani in cerca di un nome per la loro band. Nacquero così The Doors.
Una miscela di rock psichedelico e rock and roll per questo gruppo dominato dalla figura carismatica di Jim Morrison, voce e front man, che sul palco e fuori sfidava ogni regola, andando persino contro la legge.
All’inizio del 1967 esce il loro primo album, “The doors”. Alla fine dell’anno, durante un concerto, Morrison viene arrestato dalla polizia con l’accusa di oscenità in luogo pubblico. Poco prima di salire sul palco aveva litigato con un poliziotto che l’aveva sorpreso con un’amica nelle docce e si era pure preso una manganellata in faccia.
La dipendenza da alcool e droga di Morrison gli causò negli anni seguenti altri problemi, con nuovi arresti, processi e persino un collasso sul palco. In un crescendo di strappi alle regole, più o meno leggendari, Morrison fu persino accusato di atti osceni sul palco di un concerto a Miami.
Nell’agosto 1970 i Doors partecipano al grande festival dell'isola di Wight, l’ultimo dell’era hippie cominciata con il Monterey Pop Festival nel 1967 e consacrata da quello di Woodstock del 1969. Un’era contrassegnata dal desiderio di rompere tutte le regole della società tradizionale.
Al festival dell'isola di Wight era presente anche Jimi Hendrix che uno strano destino accomuna a Jim Morrison. Un destino che sembra avere i connotati di una maledizione.
Il 18 settembre 1970, Hendrix venne trovato morto in un appartamento preso in affitto a Londra. Il 3 luglio 1971 una sorte simile toccò Jim Morrison in una casa di Parigi. In entrambi i casi sono sorte leggende e misteri attorno alle cause del decesso. Una cosa è certa: entrambi avevano 27 anni e sono tra le vittime della “maledizione del 27” che sembra perseguitare molti cantanti.
Doors - Break On Through (To the Other Side)
La foto è una cortesia di ELE.
La bottega del mistero vi da alcuni altri suggerimenti musicali.
Marco Ferradini – Teorema
Tina Turner - Break Every Rule
Ma voi, quali altre canzoni sulle regole conoscete?
Fatecelo sapere coi vostri commenti!
www.illagodeimisteri.it

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