Perciò eccomi qui, adesso, con due novità: il mio primo Malvaldi e il mio primo (almeno credo) giallo.
Una ragazza, Alina, è stata uccisa, il suo corpo viene ritrovato da un ubriaco in un cassonetto, per una casualità il barrista si trova coinvolto in questa scoperta e assiste al momento in cui la polizia, guidata da un imbranato commisario Fusco, rimuove il cadavere e studia la scena del crimine.
Ho paura ad andare avanti con la storia, non vorrei svelare l'assassino inavvertitamente. Meglio che mi fermi qui.
La trama, dicevo, è semplice, anche un po' troppo per i miei gusti. Mi è piaciuto il modo in cui è stata descritta la tipica atmosfera da bar che chiunque vive in un piccolo centro sicuramente conosce bene. Io sì, perciò ho apprezzato.
Essendo vicina alla Toscana non ho nemmeno faticato a star dietro al dialetto e all'accento dei vecchietti del BarLume, anche se, devo ammettere, preferisco ascoltare il toscano, piuttosto che leggerlo.
Non so dire se io e Malvaldi diventeremo amici o se un giorno diventerò un'appassionata lettrice di gialli anche più complicati, non so se mi divertirò mai nel cercare di capire un colpevole, però penso di poter dire che, pur non avendomi particolarmente entusiasmata, questa storia mi ha fatto venire voglia di leggere anche il seguito.
Certo di briscola in cinque, gioco in cui sono una vera schiappa come in tutti quelli dove si deve bluffare, si parla poco, forse un po' troppo per i miei gusti.