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La Brum del Mmm ha un psssst nella gomma… [callista]

Creato il 15 ottobre 2013 da Civediamoallesette

La vostra amica Callista, come ormai ben sapete, lavora a circa 40 km da casa: mossa dagli orari infami dei mezzi pubblici, ma allo stesso tempo da un sano spirito ecologista e risparmiatore, condivide con alcune colleghe l’uso dell’auto in un sistema di car sharing collaudatissimo. Il risultato è un viaggio in compagnia accompagnato da discorsi che ci distraggano dall’ambito scolastico, tanto che l’auto che ospita la carovana di donne è ormai da anni chiamata in codice “sexy car”: capirete, quindi, che raramente discutiamo di filosofia o del miglior modo di tagliare le cipolle per non piangere.

Della natura dei discorsi della sexy car parlerò in altro post. Ora è il momento di raccontarvi il viaggio di venerdì scorso.

Io e una collega siamo graziate da un’entrata alla terza ora. Prendiamo la sua macchina e ci avviamo insieme; ma dopo qualche chilometro vediamo una cosa strana sdraiata di traverso alla carreggiata. Sembra un nastro di nylon da imballaggio: non potendo né rallentare sensibilmente o fermarci (per evitare di essere tamponate) né tantomeno spostarci di carreggiata (per via del traffico intenso), decidiamo di fidarci delle apparenze e ci passiamo sopra abbastanza baldanzose. Due chilometri dopo, un rumore al pneumatico posteriore sinistro ci fa capire che evidentemente non era un semplice nastro di nylon. Gomma con squarcio completamente a terra. Ci accostiamo in uno slargo e fissiamo il vuoto mentre ci balenano le seguenti domande: 1. Come faremo ad arrivare a scuola? 2. Chi ce la cambia la gomma? 3. Il pianeta porco bastardo ha ripreso il suo inquietante circolo?

brum

Dopotutto, si sa, siamo donne di mondo e ci riprendiamo al volo: mentre io chiamo a scuola (venendo canzonata dal bidello e da alcuni colleghi per la disavventura), lei avvisa l’assistenza stradale compresa nella sua assicurazione RCA per chiedere l’intervento. Dopo pochi secondi le arriva sul cellulare il numero di targa del furgoncino che ci assisterà e l’ora prevista di arrivo: 9.54. Mancano solo 58 minuti, evvivaaaaaaa…

La collega mette il molesto gilet catarifrangente e va a posizionare il triangolo (io, nel frattempo, facevo foto a ripetizione da vendere ai suoi studenti in caso di difficoltà economiche). Poi decidiamo, sempre per lo spirito urbano e altruista che ci contraddistingue, di telefonare al 113 per segnalare la presenza di un oggetto pericoloso in carreggiata. Fatto questo, ci mettiamo ad attendere. Dopo dieci minuti suona il telefono della mia collega. Sono i Carabinieri che hanno deciso di venire a controllare se è tutto a posto e ci chiedono la posizione esatta.

Dopo una decina di minuti vediamo avvicinarsi una volante con lampeggianti accesi.

CdC (Collega di Callista): Oddio, abbiamo messo bene il triangolo?

Callista: Ma sì, vai tranquilla!

CdC: E adesso cosa faranno, ci interrogheranno?

C: Io mi giustifico!

CdC: Dai!

C: Nel dubbio, digli che aveva detto di essere maggiorenne…

CdC: Imbecille!

I carabinieri si accostano al finestrino, noi scendiamo: ci chiedono i documenti e prendono la nostra deposizione. Poi uno inizia a ispezionare il danno, mentre l’altro fa conversazione

CCFC (Carabinere che fa conversazione): Ma dove lavorate voi?

CdC: A scuola a XXX.

CCFC: Se avete bisogno e dovete lasciare l’auto dal gommista, vi accompagniamo noi in volante, eh.

C: Per carità! Lei è gentilissimo, ma si immagina la reputazione di due insegnanti portate dai carabinieri a scuola? Sarebbe la nostra morte sociale.

CCFC: Ah, in effetti non ci avevo pensato… Vabbè, comunque noi stiamo qui finché non arriva il carro attrezzi e poi vediamo.

CdC: Ah, grazie…

E nel frattempo la collega mette la patente nella borsa sul sedile posteriore della macchina. Il carabiniere che stava ispezionando la gomma, intanto, si piazza accovacciato voltando la schiena alla portiera. Da poco distante vedo quindi la splendida scena della mia collega che esce, si inciampa sul carabiniere a quattro zampe (che ovviamente non aveva visto), gli precipita sulla schiena, gli fa perdere l’equilibrio e insieme si schiantano a terra. Il carabiniere che faceva conversazione entra in soccorso dell’amico, tira su la mia collega che ripeteva “oddio, scusi, oddio, scusi” e aiuta pure l’amico a rialzarsi. Se non sono morta di risate, è solo perché temevo di essere arrestata per sputtanata a pubblico ufficiale (variante umoristica dell’oltraggio).

Con una mortificatissima collega tento di proseguire la conversazione, che, per evidente mancanza di argomenti,  tragicamente scivola in un frangente pericoloso.

CCFC: Eh, insomma, allora aspettiamo l’assistenza… Ma l’avete già usata?

CdC: Sì, una volta, quando mi si è bloccata l’auto perché si è congelato il diesel nel motore.

CCFC: Ah, anche noi è successo… Sapete, con la spending review l’anno scorso ci hanno mandato il gasolio estivo… C’erano metà auto dei carabinieri bloccate: e poi raccontano le barzellette…

Gesù, fai qualcosa, dacci un segno e fai smettere questa cosa, perché il rischio di essere arrestate aumenta esponenzialmente man mano che i minuti scorrono.

Fortunatamente alle 9.53 vediamo avvicinarsi il carro attrezzi (che probabilmente era fermo ad attendere l’ora stabilita dietro qualche curva per fare bella figura). Il carabiniere loquace prende le redini della situazione, spiega la faccenda e in cinque minuti la nostra gomma è sostituita. In fretta e furia ripartiamo verso scuola.

Inutile dire che a scuola, nel frattempo, si era sparsa la voce della nostra disavventura: e che siamo state accolte da una marea di battutine e da ipotesi fantasiose su una possibile trilogia di film porno dai titoli “Callista, collega e i marescialli”, “Te lo gonfio io il copertone” e “Legami con la cinghia del camion”. Il solito umorismo scarso e banale. Tzè.

Certo, se il carabiniere in questione fosse stato il fighissimo padre del mio studente, probabilmente la trilogia non sarebbe bastata.


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