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- Scritto da Erica Francesca Bruni
- Categoria principale: Le nostre recensioni
- Pubblicato: 25 Settembre 2014
Dopo l’esordio da solista di E’ stato il figlio, Daniele Ciprì torna con una commedia purissima, La buca, ispirandosi a quella nostrana degli anni sessanta (Mario Monicelli, Dino Risi) e a quella americana (Lubitsch, Capra, Billy Wilder e Blake Edwards). Il film è la storia di una involontaria amicizia tra Oscar (Sergio Castellitto), avvocato fallito e senza scrupoli, e Armando (Rocco Papaleo), ex detenuto che ha scontato venticinque anni di carcere per un reato non commesso, mantenendo, nonostante la profonda ingiustizia subita, una bontà d’animo impeccabile.
Questa volta Ciprì sceglie una strada lontanissima dalle sue corde, prediligendo la commedia sofisticata e favolistica. Il suo intento è quello di omaggiare e risvegliare la commedia contemporanea recuperando lo spiritico critico di quella passata. Il film è infatti un continuo riferimento di citazioni ai grandi autori del passato (da La Pantera Rosa di Blake Edwards a Frankenstein Junior di Mel Brooks, per citarne alcuni).
Ma La buca fallisce nel suo intento risultando una mera rievocazione nostalgica dei fasti del passato che crolla proprio attorno ai suoi modelli di riferimento, a monte di una struttura narrativa debole che non riesce a trovare un equilibrio tra le parti e dalla quale Ciprì non riesce a far emergere nessun tipo di innovazione/rielaborazione.
Il risultato è un’opera ridondante, banale e stereotipata (con gag e scene prive di giustificazione), lontanissima da quel milieu creativo e dai toni pungenti grotteschi che hanno da sempre caratterizzato il cinema di Ciprì nel sodalizio con Maresco, e com’è stato, per esempio, nella buonissima prova di E’ stato il figlio.
Voto: 1,5/4
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