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La buona scuola

Da Laragazzacoltacco12rotto @Laragazzacoltacco12r

“Bella di nonna quando torni a casa?”

“Non posso nonna, devo studiare”

“Ma che è? Ara sturià p tutt a vit?”

Mia nonna ha 93 anni, per lei è semplicemente luglio e vuole vedere sua nipote, si preoccupa che io non torni a casa per vederla l’ultima volta prima di morire. Pensa sempre che sta per morire, d’altronde ha 93 anni. Per me, però, non è solo luglio, è luglio 2014, ho il test per il TFA, l’occasione di una vita, la pressione aumenta giorno dopo giorno. Smetto di uscire, mangio dalle scatolette, mi lavo solo quando devo vedere qualcuno. Ogni minuto perso è un minuto in meno di studio, un allontanarmi dalla mia meta. 

la buona scuola

Ricordo il giorno in cui mi iscrissi all’università, ricordo la segreteria dell’Orientale nel lontano settembre 2002 e mia madre che accompagnava la sua bambina appena 18enne per non farle fare cazzate. Al governo c’era Berlusconi e il Ministro dell’Istruzione era la Moratti, avevano accettato quello che ora è conosciuto ovunque come il “Piano Bologna”, più conosciuto da tutti come il 3+2. In sostanza due lauree, una triennale, chiamata diploma di laurea, e due anni di specialistica, per ottenere lavori più altolocati. Avevano dato autonomia alle università e questo consisteva nel fatto che ogni singolo ateneo avesse dato nomi diversi per le stesse lauree e che il piano di studi non fosse più fisso ma un calderone di esami da cui pescare per crearti la tua propria laurea. Un enorme gira la moda per capirci. Mia madre, terrorizzata delle mie scelte dopo avermi negato il DAMS non ritenendolo un’università, mi accompagnò in segreteria. “Come si fa a scegliere una laurea che permetta di insegnare?” chiese all’impiegata “Deve scegliere il corso di laurea che è assolutamente identico al vecchio ordinamento” Già…identico, a parte che al posto di fare 4 anni ne facevamo 5. Un anno in più ma poco male. Mi intristiva di più il fatto che il corso di laurea fosse poco alternativo; fedele al vecchio ordinamento era pieno zeppo di letteratura, lingua, linguistica e storia. Sospirai e accettai il compromesso infilandoci due esami di cinema. D’altronde avevo 18 anni, non ero mica scema. 

Il “Piano Bologna” serviva a far sì che con la triennale potessimo poi spostarci ovunque in Europa per poter fare la specialistica che più ci aggradasse. Nessuno aveva considerato il caos che questa riforma avrebbe prodotto sull’insegnamento. Così i quadriennalisti si scatenarono…se ad ogni anno universitario corrispondevano punti per l’insegnamento, allora non era giusto che i nuovi laureatini avessere un punto in più da neofiti! Nel 2006 cade il governo Berlusconi III e sal al trono Prodi II, nominando cavaliere armato della scuola Giuseppe Fioroni. Quest’ultimo genio ha un’idea per uscire dall’impasse della guerra tra i poveri che lottavano per i punti della scuola come fossero Lavazza. Fiornoni prende la SSIS, scuola superiore per l’insegnamento secondario, e le stravolge. Fino a quel momento, infatti, le SSIS servivano per entrare a far parte delle graduatorie permanenti, ossia servivano per non essere più precari, per ottenere il ruolo ma la legge finanziaria del 2007 aveva cambiato le graduatorie da permanenti ad esaurimento ed aveva deciso che con la SSIS non vi si sarebbe più avuto accesso, per questo questa scuola era stata fatta morire nell’anno accademico 2008/2009. Fioroni decide che i quadriennalisti possono fare la SSIS per ottenere qualche punticino e sorpassare così i neolaureati della nuova riforma. In questo modo, però, loro avrebbero avuto 6 anni e noi 5, scatendando l’ira dei 3+2. Che colpa ne avevamo noi se eravamo figli di una riforma di merda?

Nel frattempo mi laureavo alla triennale e scoprivo che più che pulirmici il culo non avrei potuto farci assolutamente nulla. Inoltre scoprivo che l’Orientale non permetteva, alla specialistica, di continuare il vecchio, classico percorso ma, presi dalla foga dell’innovazione, avevano creato due corsi di laurea estremamente specialistici e legati al mondo accademico. Così mi trasferii a Bologna dove, però, scoprì che il 3+2 non aveva assolutamente lo scopo di semplificarci la vita. L’autonomia universitaria aveva fatto sì che, nonostante la provenienza dalla stessa laurea, l’università accogliente poteva non accettare la tua laurea dicendo che mancavano esami che per loro erano fondamentali. Oltre agli esami della mia specialistica avrei dovuto farne 6 considerati fondamentali per l’Unibo: geografia, geografia del turismo, storia delle donne, storia del cinema e antropologia. Se mi avessero detto che volevano una mazzetta per accettarmi sarebbero stati più onesti. Ma la soddisfazione di pagare un anno in più io non gliela diedi e mi laureai in un anno e mezzo col massimo dei voti e facendo la linguaccia! Finalmente potevo insegnare! E fu allora che scoprii che mi mancava un credito per poter insegnare, un maledettissimo credito di linguistica che, nonostante le mie ripetute domande sugli esami da dover inserire per insegnare, nessuno aveva considerato. Pagai la mia mazzetta di 600 euro all’unibo e andai a fare l’esame. Quando il professore mi disse “Dobbiamo proprio farla questa pagliacciata? Le metto 30 e basta! Stiamo parlando di un credito di una materia che ha già fatto!” gli risposi che avevo pagato 600 euro, volevo almeno essere interrogata.

Era il 2008 e al trono era salita la Gelmini (sempre perchè i ministri dell’Istruzione vengono scelti in base al loro minimo livello di istruzione cercando di acculturarli).  Berlusconi IV iniziava a vedere cedere le sue bugie sul “va tutto bene” e così la Mariastella più nota d’Italia ebbe l’ingrato compito di tagliare dall’istruzione. Quale stato civile e civilizzato possa mai farlo resta un mistero. Così taglia i maestri elementari, da 3 per classe diventa uno. E l’inglese, alle elementari, non possono più insegnarlo i laureati in lingue ma quelli in scienze della formazione che di inglese fanno un unico test di livello B2 a crocette al pc. Si apre il girone dei precari, inizia il nostro inferno. La Gelmini blocca le SSIS, chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori. Iniziamo la caccia ai punti. Prendo un Master, poi una seconda laurea, bene valgono 3 punti ognuno. Punti sudati, in settimana faccio la stagista gratuita, di sera lavoro in discoteca, il week end faccio il master, dormo in media 3 ore a notte ma ho 3 punti!!! Certo non ho più una vita ma chi me l’ha detto a me di fare l’insegnante? Non potevo fare un lavoro più umile?

I precari della scuola sono divisi in tre fasce: la prima, i fortunati vecchi che hanno avuto la possibilità di fare i concorsi, la seconda, i più o meno fortunati di mezza età che hanno avuto la possibilità di fare la SSIS e la terza fascia, noi, i giovani sfigati a cui era stato detto che bastava la laurea per insegnare ma poi sono cambiati troppi ministri. Noi dobbiamo sperare nelle supplenze brevi, nelle malattie, nelle gravidanze, dobbiamo gioire per gli esaurimenti nervosi dei nostri colleghi. 

La Gelmini, allora, forse sentendosi in colpa, inventa un nuovo gioco: chi vuol esser tieffino. Nasce il TFA, tirocinio formativo attivo, le cui modalità di selezione sono a dir poco ridicole: un test pre-selettivo in cui ti possono chiedere tutto lo scibile umano riguardante la tua materia, ossia, per fare un esempio e capirci, per me di lingue potevano essere domande qualsiasi su 1) letteratura, autori e opere, quando sono nati, quante volte si sono sposati, qual’era il loro colore preferito, quanti peli avevano sul culo; 2) geografia, dove si trova qualsiasi fiume, lago, montagna o collina e chi dei sopracitati autori ha fatto sesso in tutti i luoghi in tutti i laghi come Scanu; 3) Storia, quanti figli ha avuto Federico II dalla sua terza moglie, chi è stato il primo firmatario dei trattati di Versaille e con quale penna ha scritto, 4) cultura, cosa dicono gli spagnoli dopo un orgasmo? Qual’era la serie tv che andava più di moda nel 2006? Chi ha vinto il sanremo spagnolo nel 1985?

Dopo aver superato il gioco dell’anno si passa a una seconda prova di cui si sa ancora meno perchè dipende dalle università e, tendenzialmente, queste cose si fanno in estate quando nessuno è disponibile e in segreteria ci sono 4 persone. Dopo aver sostenuto una seconda prova senza un programma c’è un orale. Poi, nonostante tu abbia passato tutte e tre le prove, potresti non rientrare tra i magnifici pochi posti che ci sono. E poi? Alla fine avrete un lavoro? Mi chiede la maggior parte delle persone. No, versiamo 3000 euro all’università, studiamo un altro anno e passiamo in seconda fascia. Serie B, praticamente. 

A luglio ho passato il test pre-selettivo. Ora ho la seconda prova. Ho passato anche quello per inglese ma io sono un’ispanista, di inglese non sapevo nulla, ho messo le crocette a caso ed ho passato. Non mi pare un buon metodo per selezionare gli insegnanti… Ma comunque ho passato e mi tocca studiare ancora. Sono tornata a Bologna il 31 agosto, devo studiare, ancora. Non so cosa ma devo studiare.

Nel frattempo c’è un nuovo governo, Renzi. Sinistra, dice lui. Boy scout ciellino, dico io. Fa una nuova riforma. Il TFA diventa inutile. Abolirà la seconda e terza fascia. Il TFA, i 3000 euro, un anno perso, serviranno solo ad avere la possibilità di accedere al concorso che forse, prima o poi, in un tempo non meglio definito, verrà decretato. Le supplenze verranno abolite per garantire continuità didattica, di cosa mi chiedo, siccome l’insegnante della materia è assente? Verranno istituite nuove lauree abilitanti. Al concorso potranno partecipare i laureati fino al 2002 (vecchio ordinamento quindi), i laureati dopo il 2016 (quelli delle lauree abilitanti) e i diplomati magistrali fino al 2002. Quindi noi, i figli della stronza, che dovremmo fare? Noi, figli di una generazione malata restiamo nel nostro limbo. Fare un altro lavoro? Ricominciare gli stage gratuiti perchè non abbiamo esperienza in altri campi?

Intanto in TV Renzi si vanta della sua riforma, la buona scuola. Buona per chi? E quello che passa in Tv è che questa riforma permetterà tante assunzioni dei precari. Questo raccontano i giornalisti. Cari giornalisti, vi domando, era questo che vi immaginavate quando avete deciso di fare questa carriera? Di raccontare bugie ad un popolo di capre? Di fare il lavoro di convincimento delle masse che va tutto bene? Di fare il gioco di potenti e capi di stato? Perchè non state raccontando la verità. la verità è questa. la verità sono io e altri milioni di precari con la scrivania piena di libri fissando il vuoto e leggendo mille volte quella riforma con le lacrime agli occhi pensando “me li potevo fare di salute questi anni, anche di prigione erano meglio!”. E tutto questo per 1200 euro al mese con la quasi assenza di scatti di carriera, con i mesi estivi di disoccupazione, con la speranza che a settembre ci chiamino, col telefono sempre acceso pronti a scattare, con le scuole che ti chiamano alle 7.30 e alle 7.45 devi essere là e potresti, una volta arrivato, sapere che ha accettato qualcun altro. Raccontate la verità, vi siete laureati per questo non per continuare a mentire.

Vengo da 10 giorni in Albania dove tutti ci guardavano con invidia al sentire che eravamo italiani. Eccerto! Gli fate credere che qui sia un paradiso, ci verrei anche io! Non vedrei l’ora di essere in Italia. Ma questa è l’italia, l’Italia delle menzogne, dei sogni infranti, dell’assenza di meritocrazia, delle leggi che cambiano e tu resti con un palmo di naso, degli esaurimenti nervosi, dei pianti, delle crisi d’identità.

Albanesi, sentite a me, state meglio voi. 


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