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La Buona Scuola e la "teoria del gender"

Creato il 10 agosto 2015 da Lorenafigini
In questi giorni, tramite mail, Facebook, Whatsapp e altro, si sta diffondendo una serie di notizie le quali hanno come oggetto la cosiddetta teoria del gender, in riferimento in particolare alla riforma de "La Buona Scuola": in questi messaggi si chiede a genitori e insegnanti di andare in Comune a firmare in favore di un referendum abrogativo della riforma, per bloccare anche il cosiddetto "indottrinamento gender".
Mi sembra doveroso fare delle precisazioni, innanzitutto per i genitori che giustamente sono all'oscuro dei contenuti della riforma, ma anche per alcuni insegnanti, che nei gruppi e nelle pagine scolastiche su internet fanno girare queste notizie.
Infatti, la possibilità di firmare nei Comuni per il referendum abrogativo de "La buona scuola" c'è ed è libera scelta di ciascuno decidere se farlo o no, non entrerò certo nel merito di una riforma già ampiamente discussa ovunque... ma dal firmare per il referendum abrogativo a dire che bisogna firmarlo per bloccare la cosiddetta "ideologia gender", ne passa! Nella riforma non c'è alcun riferimento a una teoria del gender, vediamo di fare corretta informazione riportando esattamente il passaggio incriminato della riforma, poi valuterete voi il contenuto.
Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni.
Parità, prevenzione della violenza e delle discriminazioni. Insomma, non c'è alcuna "norma/teoria/complotto sul gender". Quindi, se si vuole firmare per il referendum abrogativo perché si è contrari alla riforma è un discorso, ma firmarlo per bloccare una norma che non esiste, è fare un favore a chi ha messo in giro questa notizia sperando di bloccare la riforma in sé, approfittando della buona fede delle persone.
La scuola italiana non sta cercando di mettere in piedi programmi, progetti pro-gender: gli insegnanti di oggi hanno ben altri problemi a cui pensare. La confusione è sorta qualche mese fa a causa di alcuni progetti a carattere locale che hanno coinvolto alcune scuole del Nord-Est... o la famosa vicenda dei libri a Venezia. Ebbene, anche questi progetti (che nelle scuole si sono sempre fatti), non vogliono indottrinare i bambini, ma sensibilizzare, per quanto possibile in base all'età e al grado d'istruzione, su temi come la parità di genere e le discriminazioni di ogni tipo, in particolare la lotta agli stereotipi. Come ogni singolo progetto si sia svolto non è compito mio giudicarlo... va visto da caso a caso, ma le intenzioni erano esclusivamente queste.
O vogliamo tornare a qualche anno fa, quando nelle guide didattiche si trovavano (e si trovano ancora) stereotipi come questi (pagina tratta dalla guida "Io..." del 1998, gentilmente concessa da una collega della scuola dell'infanzia)?
Buona Scuola

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