Un libro che descrive la psicologia connessa all’utilizzo degli oggetti quotidiani e ne spiega i diversi aspetti attraverso molti esempi concreti.
Più spesso di quanto siamo abituati a pensare, i nostri piccoli errori quotidiani vanno imputati a difetti, o per meglio dire mancanze, di progettazione degli oggetti stessi.
Donald Norman spiega il principio di funzionamento della memoria a breve e a lungo termine e chiarisce attraverso quali meccanismi e quali giochi della mente le due parti vengono stimolate.
Quando non si indovina immediatamente da quale parte si apre una porta, ad esempio, quasi sempre ciò accade in conseguenza di un design troppo uniforme che non consente l’utilizzo del cosiddetto mapping, cioè di quella caratteristica naturale che ci consente di individuale e comprendere immediatamente il funzionamento di un qualche cosa già dalla prima occhiata.
La maggior parte delle volte ci accusiamo di stupidità a torto anche se in fondo non è colpa nostra.
Un esempio può essere costituito dalle manopole di accensione dei fornelli di un normale piano di cottura a quattro fuochi.
Se fossero disposte in modo analogo ai fuochi, non servirebbe niente altro per capire ogni associazione manopola-fuoco.
Invece il design e la moda vogliono che le manopole siano spesso tutte allineate, più che altro per motivi estetici, dando luogo alla necessità di un’informazione aggiuntiva, cioè delle vere e proprie istruzioni per l’uso, che si manifesta sotto forma di etichette o didascalie abbinate alle varie manopole.
In mancanza di esse l’utilizzatore non può sapere quale sia la manopola che accende un determinato fuoco e non può fare altro che agire per tentativi.
Il problema sarebbe pertanto da classificare come un difetto di progettazione e non nell’errore umano.
Partendo da questo presupposto, il libro di Norman sviluppa tutta una serie di casi e di situazioni interessanti sempre supportate da esempi chiari ed estremamente semplici, e descrive come la mente venga attivata volta per volta in modo diverso e con risultati variabili.
Più che descrivere le tecniche di memorizzazione per grandi quantità di dati, Norman spiega come sia più semplice ricordare tante piccole cose, meglio ancora facendo ricorso ad associazioni di idee.
Le associazioni vengono ricordate in modo più diretto e consentono di ricostruire le cose dando luogo a risultati decisamente migliori.
Ecco l’esempio che Norman cita per questo argomento: un uomo compra uno scooter e si accorge che il comando dell’indicatore di direzione ha due posizioni: avanti e indietro.
Ora, se il movimento fosse stato laterale destra-sinistra, ecco che sarebbe entrato in gioco il mapping a dire che, salvo colpi di testa del progettista, movimento a destra corrisponde alla svolta a destra e movimento a sinistra corrisponde a svolta a sinistra.
Il comando invece ha un movimento diverso, avanti-indietro e quindi non logico e immediatamente ricollegabile alle diverse funzioni.
Il mapping in questo caso non aiuta e il povero pilota di scooter dovrà memorizzare il modo di utilizzare l’indicatore di direzione come se fosse una informazione esterna senza alcun aiuto: a memoria quindi, come le tabelline o come le lettere dell’alfabeto e ogni volta dovrà pescare dalla memoria attraverso il ragionamento.
A meno che non intervenga un altro fattore che si chiama associazione.
Ad un certo momento ecco che l’uomo, forse per puro caso o forse proprio alla ricerca di una situazione simile, si rende conto che la posizione avanti del comando segnala la svolta a destra e si accorge che il movimento del pollice sinistro in su (il comando è sulla manopola sinistra) accompagna il movimento in senso orario del manubrio.
Viceversa il movimento del pollice verso il basso accompagna la rotazione in senso antiorario del manubrio in caso di svolta a sinistra.
Ecco quindi trovata quell’associazione che rende automatica la memorizzazione di come va utilizzato il segnalatore di direzione.
Non è più importante sapere quale freccia si accende attraverso quale comando, ma è sufficiente ricordarsi che il pollice deve anticipare leggermente il movimento del manubrio e si farà la cosa giusta.
Per i meccanismi di funzionamento della mente, il ricordo attraverso un’associazione di idee è nel lungo termine nettamente più efficace del tentativo di memorizzazione di un’informazione diretta.
La caffettiera del masochista racconta questi casi e molto di più.
E’ un saggio scritto come fosse una chiacchierata al bar tra amici.
Interessante, curioso, divertente e soprattutto alla portata del lettore comune.
Adatto anche a chi si è sempre limitato alla sola lettura di ricette di cucina, questo libro lascia traccia di sé anche molto tempo dopo averlo finito grazie proprio agli esempi a cui ricorre Norman per spiegare le sue teorie e i suoi esperimenti.
Professore universitario, Norman spesso ricorre alle sue esperienze dirette con gli allievi e, per illustrare esempi concreti, in diversi casi si riferisce ad esercizi da loro svolti sotto la sua supervisione.
Il libro è stato pubblicato verso la fine degli anni ottanta, ma risulta ancora attualissimo: basta leggere gli esempi che parlano delle difficoltà nella programmazione dei primi videoregistratori e confrontarli con le difficoltà di questi ultimi mesi dovuti al passaggio al digitale terrestre.