Sul sessismo nel nostro paese ne abbiamo discusso parecchio ma non è mai abbastanza. Accade che in Calabria, proprio in quella regione dove pochi giorni fa si è tolta la vita Lucia, una ragazza laureata in ingegneria perchè non trovava lavoro, la Regione anzichè dare modelli migliori alle giovani donne spende 60mila euro per eleggere Elisabetta Gregoraci come simbolo della Calabria (e ovviamente ben pagata), un vero sberleffo verso la povera ragazza che si è uccisa perchè per lei non c’era alcuna opportunità lavorativa ma non voleva lasciare la sua terra, sbandierare il modello steroetipato della donna vincente solo se bella, se mamma e moglie mantenuta di un miliardario, strapagare starlette e spendere soldi per spot simili anzichè investirli per aiutare i precari.
Ancora peggio è il claim “la calabria che sorride” con il volto rassicurante di Lady Bratore (un nome e una garanzia), c’è poco da sorridere! direi che chi ha promosso l’iniziativa l’ha fatta proprio fuori dal vaso.
Non sono qui per giudicare le scelte della Gregoraci ma io sono d’accordo con la Cgil che si è indignata per questo, perchè in Calabria ci sono parecchie giovani donne che chiedono alla regione di poter lavorare, donne con meriti che non hanno alcun riconoscimento dalla società perchè un paio di tette e un buon matrimonio sono requisiti che in Italia valgono più di una laurea da 110 e lode.
E per di più come se non bastasse, Libero, paladino protettore del bunga bunga, ci fa su un articolo accusando le donne della Cgil di essere invidiose perchè non hanno la fortuna di essere belle come la Gregoraci.
Abbiamo denunciato parecchie volte sopratutto il sessismo sui mezzi di comunicazione mainstream, e il fatto che malgrado Berlusconi sia caduto siamo ancora in pieno “velinismo”, tra quelli che continuano a portare avanti modelli antifemministi, portatori di energia negativa, gli imbonitori che indotrinano le ragazzine al messaggio “Sii bella e ben maritata o stai zitta” e gli altri che continuano ad aggredire quelle donne e associazioni che si fanno portavoce di modelli positivi e difendono una categoria di lavoratrici che in Italia non hanno alcun futuro perchè ancora forti sono i pregiudizi per le donne che vivono in questo Paese.
Quindi, sei brutta, allora non hai diritto non solo di avere posto nella società ma nemmeno di prendere parola.
Ancor di più ce l’ho contro la Regione Calabria, perchè non hai pensato minimamente che potevate essere meglio rappresentati da una donna laureata o da una lavoratrice precaria o meglio disoccupata dal momento che in Calabria la disoccupazione femminile è tra le più alte d’Italia?
Magari qualsiasi donna che si alzava in piedi per chiedervi di fare di più per le lavoratrici precarie e disoccupate per evitare non solo la fuga dei cervelli ma anche che giovani donne (ma anche uomini) si tolgano la vita ormai ogni giorno perchè non trovano un lavoro che possa soddisfare gli anni di studio spesi.
Davvero vogliamo ancora credere che questo è un Paese incivile se non solo la Calabria dimentica le donne calabresi ma i giornali mainstream invitano alle donne che prendono posizione indignate a non esistere perchè non sono piacevoli allo sguardo maschile, poiche’ ancor prima di essere una persona qui in Italia sei solo una femmina.
E’ davvero troppo chiedere alla Calabria di ricordare Lucia come simbolo di una regione che da poche speranze e iniziare a dare più opportunità alle giovani donne (e ai giovani in generale)?
Lucia è morta perchè senza raccomandazioni in gran parte d’Italia non puoi nemmeno lavorare e mi sembra veramente uno schiaffo morale eleggere Elisabetta Gregoraci testimonial di uno spot istituzionale eletta a simbolo della Regione , poichè si tratta di starletta quasi sconosciuta, senza meriti solo perchè bella e sopratutto perchè è sposata con un personaggio famoso. Un’ offesa verso le donne calabresi che si laureano, che si diplomano e che vorrebbero far carriera perchè rifiutano quel modello maschilista.
Con questo gesto la Regione Calabria ha dimenticato Lucia e tutte le donne vittime della crisi.
Mary