La dinastia Tiempo-Lechner raccontata attraverso il percorso di tre generazioni di musicisti messe a confronto: una nonna e i suoi due figli guidano il percorso artistico dell’ultima promessa, la giovane Natasha.
Cosa significa diventare pianista?
Un quesito che in rue Bosquet a Bruxelles devono essersi posto in tanti. Una via singolare, quella della capitale belga, che riunisce in due edifici attigui due famiglie argentine di artisti, amici e talentuosi, oltre che riferimento nel panorama internazionale della musica classica da decenni.
Da una parte Martha Argerich, riconosciuta come una delle musiciste di maggiore spicco e temperamento.
Dall’altra, invece, c’è la famiglia Tiempo-Lechner, dinastia di pianisti, unici e predestinati, che a partire da Lyl Tiempo, figlia del grande Antonio De Raco e madre di Sergio Tiempo e Karin Lechner, prosegue con l’ultima delle bambine prodigio, la giovanissima e appena quattordicenne Natasha Binder, figlia di Karin.
Le premesse per un’evoluzione interessante ci sono tutte, a partire dal ruolo della Argerich, il cui mito aleggia ponderato e discreto per tutto il film, e la cui storia personale e artistica è ben esplorata nella pellicola di recente produzione Bloody Daughter.
La calle de los pianistas è un documentario uscito lo scorso 11 giugno nella capitale argentina, che esplora le dinamiche familiari che intercorrono tra i suoi componenti. Mariano Nante, il giovane regista ventisettenne, riesce a tracciare un profilo onesto di pianisti, promettenti e consacrati, uniti da amicizia, parentela, talento e stima, ma soprattutto dal sentire la musica come una forma d’arte unica e totalizzante, da esplorare in ogni momento della giornata, per rispetto e devozione verso un’idea implicita del concetto di ereditarietà.
Un intreccio, quello esplorato, tutto al femminile: la complicità che vede unite le due figure principali, Karin e Natasha, va oltre un normale rapporto madre-figlia in un momento delicato per le decisioni che prenderà l’adolescente.
La giovane quattordicenne entra di diritto in un’elite musicale unica e originale e riassume in linea di massima il percorso vissuto da sua madre Karin, da suo zio Sergio e dalla nonna Lyl. Mano a mano che la sua consapevolezza artistica prende piede, i quesiti aumentano, il suo approccio allo strumento si struttura, le paure prendono voce e si risolvono sulla tastiera.
Niente è casuale, soprattutto in questa dinastia, che sembra confermarlo decidendo di condividere in maniera straordinariamente naturale i segreti di un successo al quale, in fin dei conti, tutti sembrano indifferenti.
In una grande casa che conta pianoforti in ogni stanza, in cui si susseguono quotidianamente ore di studio e riunioni familiari, punto di approdo e transito tra un concerto e l’altro, Karin osserva, riporta su un diario i suoi pensieri, sostiene la giovane figlia, la incoraggia e fa il tifo per lei, dietro le quinte del Teatro Colón, spogliandosi del ruolo di artista ed entrando in quello di mamma.
E se i pianoforti di casa Tiempo-Lechner rimangono in silenzio, a suonare è quello della Argerich, splendida presenza che completa uno scenario artistico di altissimo livello.
La calle de los pianistas. Notevole.
Written by Irma Silletti