Con questo post concludo il racconto delle mie 24 ore in Cambogia. Nella prima parte vi avevo raccontato di come, anche solo il viaggio e l’attraversamento del confine via terra con la Thailandia, fosse stato pieno di sensazioni ed emozioni sia belle che sconvolgenti. Oggi vi racconto di quella che era la nostra meta: l’antica Angkor, uno dei siti Patrimonio dell’Umanità. E’ uno dei siti turistici più visitati di tutto l’Oriente e devo dire che diversamente da quanto spesso mi succede, nonostante la grande aspettativa, non sono affatto rimasta delusa. Anzi, il rammarico è stato di non averla potuta visitare con calma.
Si tratta di un sito grandioso, che trasmette un senso di maestosità, potenza, armonia e nello stesso tempo di decadenza. Armonia paragonabile all’architettura classica greca e romana
Ormai tutti gli edifici sono del colore grigio della pietra arenaria con macchie di verde dove la vegetazione ha intaccato i muri. Tutto intorno prati e foreste in tutte le sfumature del verde. Colori interrotti solo dal rapido passaggio dei monaci nelle loro vesti color zafferano o arancio.
La città venne misteriosamente abbandonata nel XV secolo e le prime notizie della sua esistenza giunsero in Europa intorno al 500′. Solo a metà dell’800′ si ebbero però i primi racconti dettagliati della “città di pietra racchiusa nella giungla”. Parte del fascino del sito è dato proprio dal luogo in cui si trova: una vasta pianura attraversata da corsi d’acqua e laghi ricoperta dalla giungla.
La maggior parte dei templi sono stati ripuliti dalla vegetazione e restaurati, Ta Prohm invece è stato lasciato così come è stato trovato: semi diroccato e invaso dalla vegetazione.I grandi esemplari di alberi di “Ficus strangolatori” e “Tetrameles nudiflora” cresciuti letteralmente sugli edifici, ricoprendoli di radici e recuperando lo spazio che l’uomo gli aveva sottratto, rendono questo luogo molto suggestivo. Non a caso ci sono stati girati vari film fra cui il famoso “Tomb Raider”. I bimbi si sono sentiti dei veri esploratori ed erano stupiti da come gli alberi fossero cresciuti sulle pietre.All’uscita di Ta Prohm siamo stati investiti dal rumore forte di una musica sparata da delle casse installate su un camion. Sopra anche bimbi ed adulti in festa che cantavano e ballavano.Un piccolo corteo che seguiva un gruppo di donne in processione con le loro offerte alle divinità portate sul capo. Probabilmente già un festeggiamento del Loi Krathong. L’allegria di questa scena contrastava fortemente con il gruppo di venditori bambini che con sguardo triste si aggrappavano ai nostri abiti proponendoci piccoli souvenirs in maniera ossessiva.Un altro dei contrasti di questo paese.
Occhi malinconici che arrivano dal non aver dimenticato anni di sterminio ed occhi allegri di chi vuole vivere una nuova vita.