La camera azzurra – un delitto nato dalla superficialità dei sentimenti e dalla violenza della passione

Creato il 26 gennaio 2014 da Mrsfog @tulipano_bianco

Leggere la camera azzurra è stato come buttare giù in un sorso un bicchiere di acqua fresca. Solo che quella che sembrava acqua in realtà era grappa e finita la lettura brucia ancora nella mente e nella gola.

Il racconto inizia nella camera azzurra di un albergo. Due amanti dopo il sesso si scambiano poche parole. Non diamo loro molto peso, e nemmeno Tony comprende in quel momento la loro importanza. Mano a mano che la storia avanza e il quadro si allarga, quelle pochi frasi, ripetute ad ogni interrogatorio, sviscerate da diversi punti di vista, diverranno il cardine del delitto, espressione del movente e della colpa.

La scrittura di Simenon è sublime: non solo lo stile è asciutto e completo, ma la regia con cui dirige la storia riesce a dare accenti sempre diversi al racconto. Una storia semplice alla fine, ma il taglio che le dà l’autore la rende innovativa e avvincente e non possiamo chiudere il libro se non arrivati alla fine. Un finale che in poche righe ha confuso i miei sentimenti nei confronti dei protagonisti e ha posto un accento ancora più drammatico sulla natura umana, così superficiale, così colpevole.

La camera azzurra (La chambre bleue) di Geroges Simenon, prima pubblicazione 1964, traduzione Marina di Leo, edizioni Adelphi, anno 2013, 153 pagg.


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