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La camera di sangue di Jane Nickerson

Creato il 08 gennaio 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

La camera di sangue

di Jane Nickerson

autrice

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Jane Nickerson e la sua famiglia hanno vissuto per molti anni in un ampia e storica dimora ad Aberdeen, nel Mississippi, dove la scrittrice lavorava come bibliotecaria nel settore dei libri per ragazzi. Ha sempre amato il Sud “dei vecchi tempi”, i racconti gotici, le residenze storiche, i ragazzi, la scrittura, e i personaggi “cattivi”. Attualmente vive con il marito in Canada.

Sito autrice: Jane Nickerson

datilibro

La camera di sangue di Jane Nickerson
Titolo: La camera di sangue
Autore: Jane Nickerson
Serie: //
Edito da: Mondadori Chrysalide
Prezzo: 17,00 €
Genere: Narrativa
Pagine: 364 p.
Voto: 
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La camera di sangue di Jane Nickerson
 
La camera di sangue di Jane Nickerson
 
La camera di sangue di Jane Nickerson
 

Trama: Sophia Petheram ha diciassette anni quando, dopo la morte del padre, attraversa in carrozza la selva intricata e spettrale che conduce alla tenuta di Wyndriven Abbey, in Mississippi. Qui sta per conoscere finalmente il ricco amico di famiglia che la prenderà in custodia: monsieur Bernard de Cressac. Fin dall’arrivo nella nuova dimora, Sophia si trova a vivere nel lusso più sfrenato, viziata e accontentata nei minimi capricci. La ragazza è affascinata dalla generosità e dal carisma di monsieur Bernard. Lui le impedisce, però, di ricevere visite e, in sua assenza, la affida all’occhio vigile di Odette, una giovane dama di compagnia francese. A spaventare Sophia è il passato del facoltoso tutore, sposato più volte: le sue mogli sono morte in circostanze misteriose e la ragazza ne intravede i fantasmi. Hanno tutte i capelli rossi, con sfumature color bronzo e oro. Proprio come lei… Ma se l’amore è un assassino meraviglioso, Sophia vuole scoprirne il volto.

 

Recensioneù
di Missmarilux

La camera di Sangue di Jane Nickerson è una rivisitazione della celebre favola di Barbablù. La storia è esattamente quella che conosciamo, abbiamo una giovane fanciulla che viene data in sposa (anche se qui inizialmente Sophia viene data in “affido” dopo la morte del padre) ad un ricco uomo, monsieur

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de Cressac , ovvero il nostro Barbablù. Ovviamente, come nel racconto originale di Perrault, il ricco signore si scoprirà essere stato più volte sposato e di conseguenza vedovo, la fiducia di Sophia verrà messa alla prova con il “gioco” delle chiavi e così via. Il tema centrale è quindi completamente rispettato. 

Elementi nuovi rispetto all’originale sono l’ambientazione America coloniale del 1855 e una piccola sfumatura romance e paranormal introdotta rispettivamente con l’arrivo dal Reverendo Stone e con l’apparizione dei fantasmi delle precedenti mogli di de Cressac. Sulla carta, il romanzo aveva molti spunti interessanti, la quarta di copertina parlava di una rivisitazione gotica, con tanto di presenza inquietata di tali spettri, nella realtà niente di tutto ciò viene rispettato.

Lo sviluppo della vicenda è estremamente lineare; Sophia arriva all’abazia di Wyndriven accolta dal fascinoso de Cressac, viene viziata dal gentiluomo e fatta vivere nel lusso più frenato. La ragazza subirà una fascinazione tanto che si sentir

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à attratta dal padrino inizialmente, ma dopo pagine e pagine di descrizioni inutili di abiti, stoffe, gioielli e particolari vari, Sophia incontrerà per la prima volta gli spettri delle defunte mogli ed inizierà ad avere dei dubbi sull’uomo.

E qui il romanzo, già noioso e statico, comincia a scricchiolare pericolosamente. La protagonista vede questi fantasmi e non si fa alcun problema sulla loro presenza, li accetta come fossero 4 vasi da giardino. Avvenuto ciò, lentamente viene svelato l’arcano sulla morte delle precedenti mogli, in una vicenda che all’apparenza sembra un intreccio complicato, ma che in realtà risulta estremamente banale.

Il tutto viene rivelato poco a poco. Questo forse dovrebbe far aumentare la suspense, ma non basta e anzi di suspense nemmeno l’ombra. Le apparizioni sono sporadiche e lasciate sullo sfondo, senza dar loro grosso peso. Monsieur de Cressac è quasi c

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omico nel suo voler essere uno splendido cattivo pieno di fascino. L’autrice lo carica così tanto dei soliti cliches del bello e cattivo, da renderlo un paradosso, una macchietta! Gli altri personaggi non destano grande interesse ed anche il reverendo Stone sembra una figura buttata lì per caso, tanto per inserire qualcosa di nuovo.

Di gotico non ve ne è traccia, di paura nemmeno e anche di romanticismo. Il romanzo in definitiva è un completo buco nell’acqua. La cosa che maggiormente non mi è piaciuta è il tentativo che dà Sophia di scusare gli omicidi di de Cressac. Quattro mogli (più altre persone) uccise non sono scusabili con nessuna vicenda personale, per quanto drammatica essa sia. Insomma, libro da dimenticare.


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