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La campagna elettorale delle balle spaziali

Creato il 21 febbraio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti


La campagna elettorale delle balle spaziali. Da Monti a Berlusconi a Giannino è tutta una cazzata...Ci raccontano di file di pensionati davanti agli uffici postali e alle sedi dei patronati, con la lettera di Berlusconi in mano, che pretendevano la restituzione dell'Imu. Ci raccontano di pensionati incazzati come iene maculate, quando hanno appreso che si trattava solo di una promessa elettorale. Ci raccontano di pensionate e pensionati che hanno iniziato a bestemmiare e a inveire contro il Capataz, rendendo la sua missiva simil-Agenzie delle Entrate, un boomerang colossale. Silvio imbroglia gli elettori, soprattutto quelli cresciuti per anni con le sue soap, e la colpa è dei comunisti che lo insultano, travisano i suoi pensieri e le sue azioni, lo minacciano perché fa comprare La7 da un suo amico. Ci raccontano di un Mario Monti in piena crisi di astinenza da 10 per cento, che racconta balle come e peggio del suo competitor di destra. Perché se da Berlusconi uno le ca**te se le aspetta, dal compassato Professore-rettore della Bocconi si pretenderebbe un po' di serietà. Evidentemente travolto dalla marea di bestialità di Silvio, Mario Monti ha fatto scendere in campo nientepopodimeno che Angela Merkel la quale, secondo il miglior economista del mondo, non vorrebbe il Pd al governo. Non sono passati dieci minuti dalla dichiarazione del Professore all'Adn-Kronos, che è arrivata la secca smentita da Bonn. “La Cancelliera Angela Merkelnon ha mai espresso giudizi né dato pareri di natura personale sulla campagna elettorale in corso in Italia”. Colpito e affondato, Monti ha tentato un triplo salto mortale all'indietro ma, se possibile, il rimedio è stato peggiore del male. Ci raccontano che Oscar Giannino, ansioso di costruire intorno a sé l'aura del supertecnico, si sia inventato di sana pianta un paio di master mai conseguiti. Uno può millantare di tutto, spacciarsi anche per il braccio destro di Obama quando lo ha visto solo in tv, ma il gioco non regge nel momento in cui diventi un personaggio pubblico, ti presenti alle elezioni come il “risanatore”, combatti contro la casta dall'alto del tuo curriculum e poi si viene a sapere che quello stesso curriculum è taroccato. Se poi corri il rischio di sottrarre voti al Capataz, è facile immaginare come i cani ringhiosi dei suoi house organ, affondino i loro denti aguzzi nel vivo della tua carne. Basta leggere le prime pagine di Libero e del Giornale, seguire i titoli e i servizi del Tg4 e del Tg5 per capire di cosa stiamo parlando. Avendo un padrone che ne ha combinate di ogni, per competere con lui devi essere una specie di San Giorgio, immacolato e pure vergine, se vuoi sconfiggere e uccidere il drago. Ci raccontano, ma visto che la fonte è Il Giornale occorrerebbe verificare, che Beppe Grillo si sia tirato fuori dai guai con il fisco e l'abusivismo edilizio, usufruendo dei due condoni tombali che i governi di Silvio vararono tempo fa. Ora, Grillo non ha fatto altro che usufruire di due leggi dello Stato, giuste o meno, ad personam o meno, i due provvedimenti erano stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e, quindi, resi esecutivi. Ma siccome il Grillo s-parlante tira fuori a ogni piè sospinto la moralità, ci chiediamo, e gli chiediamo se usufruire di due leggi per sanare un reato comunque commesso, sia morale oppure no. Attendiamo una risposta che non arriverà mai, comunque, come sempre, quello che pensiamo, scriviamo. Ci raccontano di come il Pd abbia scelto la linea del silenzio, quasi della reticenza, sull'affaire Monte Paschi. Ma mettiamoci per un momento nei panni di Piergigi. Dopo l'esperienza disastrosa della Bnl, e dopo quella telefonata Fassino-Consorte che fece rinascere un Berlusconi già morto e sepolto, quando è scoppiato lo scandalo del MPS, Bersani si è visto davanti all'ennesimo baratro di questa pseudo sinistra così sensibile agli interessi delle banche. Gli restava una sola via d'uscita, affidarsi al giudizio della magistratura e al “chi ha sbagliato paghi”. Il resto, tutto il resto, non poteva essere altro che silenzio. Ci raccontano, ma questo c'entra nulla con la campagna elettorale, che dietro le dimissioni del Papa ci siano questioni delicatissime, di una gravità estrema. Nella curia vaticana è in atto una vera e propria guerra di potere, e sembra che la lobby più potente, e più invasiva, sia quella dei prelati gay, magari gli stessi che tuonano contro le coppie omosessuali e le famiglie non etero. In Vaticano, insomma, si combatte per gli stessi motivi per i quali si scende in campo in politica: il sesso e il potere. E poi uno si chiede perché la gente non va più a messa.


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