E' cresciuto naturalmente nel mio giardino, prepotente con i suoi bottoni d'oro a forma di pentalfa, la candela della strega, -in accadico il suo nome vuol dire lucerna- a illuminare il giorno più lungo dell'anno.Si credeva che con i suoi stami, nel Medioevo, le streghe ricavassero gli stoppini per le candele usate nei rituali di Necromanzia. I Romani la chiamavano candela regia poiché usavano i suoi gambi come candele per le cerimonie funebri. E' fiore dell'Oltremondo in ogni caso, psicopompo come Mercurio cui Apuleio sostiene essere sacro. Agrippa lo cita tra gli ingredienti delle fumigazioni
"Anche un profumo composto di radici di ferula col suo succo di cicuta, di giusquiamo, di tasso barbasso, di sandalo rosso, di papavero nero, fa apparire i demoni, mentre aggiungendo papavero si discacciano gli spiriti da ogni luogo, risultato che si ottiene anche con un profumo di puleggio selvatico, di peonia, di menta e di ricino"
-De Occulta Philosophia, Magia Naturalis, cap. LXIII, Delle Fumigazioni e del loro potere
Appartiene ai trivi, agli incroci, e come tale è detto torcia di Ecate. E' detto anche verga di Lucifero. Segnatura di Saturno.
E' chiave e porta. Trovo estremamente significativo che abbia deciso di spuntare a fianco alle fave dei morti* che libai ai miei Antenati al Solstizio di Inverno, ora al Solstizio d'Estate.E' portatore di luce nelle tenebre ma è anche simbolo dell'oracolarità e ben lo sapeva il Merisi se tante volte e quasi ossessivamente lo dipinse.Caravaggio, l'associa a san Giovanni Battista poiché il verbasco è noto anche come Verga di san Giovanni.Ancora più puntuale, dunque, ancora più significativo.