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La Candelaria di Orgosolo, un vero rito

Creato il 24 dicembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

“A nolla dazes sa candeledda?
Cras a manzanu in terra nighedda.”
(Non ce la date la candeletta?
Domani mattina possiate trovarvi in camposanto).

Orgosolo è uno centri della Sardegna dove bene si conservano le antiche tradizione. Quella della Candelarìa è un momento  unico nel variegato panorama del Capodanno in SardegnaLa Candelarìa di Orgosolo è un vero e proprio rito.

La mattina del 31 dicembre i bambini corrono lungo le stradine del paese, decorate da coloratissimi murales e si recano di casa in casa a chiedere “sa candelarìa”, l’offerta di un pane appositamente preparato per l’occasione il “cocòne”

Il “cocòne” viene preparato nei giorni immediatamente precedenti il 31, in casa, da gruppi di donne aventi rapporti di parentela e di vicinato. È un pane composto di farina di grano duro impastata con lievito madre, acqua tiepida, sale e strutto. Dopo una lunga lavorazione, l’impasto viene diviso in pezzi grosso modo sferici, della grandezza di una arancia, che vengono lasciati a lievitare; si procede quindi a spianarli col mattarello fino a ottenere una sfoglia di circa 35 cm di diametro.
Dopo un’ulteriore lievitazione tra teli di lana, di lino o canapa, si procede all’infornata. La cottura della “tundìna” avviene in forno a legna caldo, con fiamma leggera. Appena sfornato, il pane spazzolato, è ordinato a strati nelle corbule. Ai bambini verrà regalato un quarto cioè un “cocòne”.

Per i bambini di Orgosolo la “candelarìa” è anche l’occasione nella quale ricevono dai parenti più stretti i doni di Natale.
La partecipazione alla questua è riservata ai bambini e alle bambine dai 4 ai 12 anni circa. La questua va avanti fino a mezzogiorno. Dopo mezzogiorno, aiutati dai genitori o dai fratelli più grandi, i bambini contano i doni.

La candelarìa non è comunque finita; essa avrà un suo secondo tempo di notte, ma questa volta gli attori saranno gruppi di adulti, donne e uomini, e interesserà soltanto le case degli sposi dell’anno che sta per finire.

Gli sposi dovranno prepararsi a ricevere una serie di visite a cui ofriranno “su cumbidu” l’invito con pane dolci, liquore all’uovo (su bov), cioccolati, ed altre leccornie.
A partire dalle nove fino alle due o le tre del mattino,  gruppi di persone, che nei pressi delle case degli sposi divengono una vera e propria folla, attraversano le strade e del paese. Ciascun gruppo si ferma davanti all’uscio della casa degli sposi e leva un canto che è insieme augurale e di richiesta del pane.

Anticamente sa candelaria si faceva recandosi presso le abitazione delle famiglie agiate, proprio come una vera e propria questua, ma i questuanti facevano in modo di non essere riconosciuti.


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