(Tratto da : A path with heart: A guide through the perils and promises of spiritual life – J.Kornfield-,1996)
C’è una tribù in Africa Orientale in cui l’arte dell’unione profonda (intimità) è nutrita anche prima della nascita. In questa tribù la data di nascita di un figlio non è il giorno effettivo della sua nascita né il giorno del concepimento, come in altri villaggi.
Per questa tribù la data di nascita è la prima volta che il figlio è un pensiero nella mente della mamma.
Consapevole della sua intenzione di concepire un bambino con un particolare padre, la mamma va a sedere da sola sotto un albero.
Lì si siede e ascolta fino a quando può sentire la canzone del bambino che spera di concepire. Una volta che l’ha sentita, torna al villaggio e la insegna al padre in modo che possano cantarla insieme mentre fanno l’amore invitando il bambino a unirsi a loro.
Dopo che il bambino è stato concepito, la mamma canta la canzone per il bambino che è nel suo grembo. E poi la insegna alle donne anziane e alle ostetriche del villaggio perché, durante il travaglio e al momento miracoloso della nascita, il bambino sia accolto con la sua canzone.
Dopo la nascita tutti gli abitanti del villaggio imparano la canzone del loro nuovo membro e la cantano al bambino quando lui cade o si fa male. La canzone è cantata nelle occasioni di trionfo, nei rituali e nelle iniziazioni.
Diventa parte della cerimonia del matrimonio quando il bambino è cresciuto e, alla fine della vita, i suoi cari si riuniranno attorno al letto di morte e canteranno questa canzone per l’ultima volta.