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La capanna dello zio Rockstar – seconda parte.

Creato il 14 luglio 2011 da Loffio

La capanna dello zio Rockstar – seconda parte.

“Una volta che ‘lo fanno tutti quindi va bene’ diventa la regola, la situazione cambia e ogni cosa diventa molto meno affascinante di quanto si possa pensare. Questo tipo di comportamento è il loro modello di business: assumere per due soldi personale con poca esperienza e farlo lavorare fino allo sfinimento, era una scelta voluta. E quando se ne andavano, dovevano semplicemente rimpiazzarli. Non c’era alcun interesse nello sviluppare e conservare il talento e questo è uno dei più grandi errori che si possono commettere. Uno studio non è niente più che una sala piena di computer, è il talento che fa la differenza”.

Seconda parte dell’articolo relativo alle pessime condizioni di lavoro che si nascondono dietro a L.A. Noire. 

Al di là del giusto dovere di denuncia, dubito che cambierà qualcosa, le nottate davanti al computer fanno parte delle immagini che la gente associa alla figura del programmatore, come gli orari assurdi fanno parte di quella di un medico, quindi non verrà mai percepito come un vero problema.

Certo che se un giorno tutto il settore si mettesse in sciopero, bloccando l’uscita di titoli su cui sono stati spesi milioni di dollari… ecco quello sarebbe uno scenario interessante.


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