La discoteca dei Forte dei Marmi al centro del connubio tra arte e scienza.
Mancano poche ore a “L’Arte per la Ricerca”, il grande evento di beneficenza in favore della lotta contro l’alzheimer per cui l’associazione ARNo ha scelto la più bella tra tutte le location della Versilia: La Capannina.
Aspettando il ritorno di Jerry Calà in Capannina e gli altri eventi del lungo weekend di Pasqua 2014.
Una notte-evento di cui tv e carta stampata parlano da più di una settimana. Una nobile causa che ha unito 60 opere, 50 artisti, una grande associazione e un grande locale, tutti insieme per aiutare la ricerca contro l’alzheimer.
Sabato 12 aprile, La Capannina di Franceschi la mitica discoteca di Forte dei Marmi ospita Arte per la ricerca. Un’asta benefica che, durante la cena curata dallo chef David Romagnoli, mostrerà oltre 50 capolavori ad opera di oltre 60 artisti, che gli ospiti a cena potranno aggiudicarsi. Un’opportunità unica, assolutamente da no non perdere:
- chiama, invia un SMS o contatta via WhatsApp il 347.477.477.2 (servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7);
- scrivi a [email protected] per assistenza via email, preventivi, prenotazioni e informazioni;
Mentre per sapere sempre tutto dei prossimi appuntamenti in Versilia, ti basta cliccare “Mi piace” e “Segui” qui sotto.
Arte e Solidarietà
Parole di Lodovico Gierut, giornalista e critico d’arte.
Forse non sta a me dirlo, ma ogni tanto mi chiedo cosa accadrebbe – in tanti luoghi e per un’enormità di persone – se non esistesse la solidarietà, il sincero e disinteressato aiuto diretto o indiretto per chi ha bisogno.
L’universo dell’Arte e della Cultura – al quale tanti appartengono in un modo o nell’altro – anche ora, in occasione di “ARNo. Arte per la Ricerca”, s’è attivato per un evento aggregativo in cui i cosiddetti creativi, e non solo loro, hanno donato disegni, litografie, dipinti ad olio e ad acrilico e a tecnica mista, fotografie e sculture con interessante varietà di temi.
Tutti gli Artisti si sono posti sullo stesso piano, fatto significativo in questi nostri tempi terribilmente invasi dall’apparire e dal voler emergere a tutti i costi, dando vita col proprio segno ad una concatenazione che nella diversificazione espressiva ci rende fiduciosi per il raggiungimento del fine auspicato.
Ogni opera dice di ciascuno, cioè della professionalità espressa con anni di intenso impegno.
Dalla realtà all’astrazione e viceversa, l’intero percorso racconta – in un certo senso – la ricerca di ogni protagonista, vale a dire un vero e proprio viaggio d’armonia e di forma che dal passato all’oggi si proietta nel futuro.
In fondo, cosa sono le opere d’arte, al di là delle gerarchie dei valori, se non una panoramica diversificata di un unico cammino?
Ciascuno ha saputo dare un significato al proprio lavoro con autonomi toni, modulazioni e accenti, sì che il progredire collettivo che unisce più esperienze si consolidi e vada continuamente oltre.
Questi artisti/ricercatori, cui va un ringraziamento e un plauso, aprono a un domani, facendoci riflettere – e perchè no? – sul significato della reciprocità del contributo.
Ognuno si dà agli altri e da altri riceve: un fatto e un’istanza da non ignorare.
Nell’insieme emerge un’interessante varietà di temi e di concetti espressivi, tanto che ogni protagonista fa capire al cosiddetto fruitore il proprio percorso.
Ogni opera possiede, infatti, un’intelaiatura sicuramente non separabile dal tutto: è facile notare l’unione tra il contenuto di pensiero e il soggetto portato poi a compimento.
Ognuno degli artisti partecipanti ad ARNo. Artisti per la Ricerca, ha il suo linguaggio, puntualmente figurativo in Ernesto Altemura, Mauro Capitani, Gianni Carretti e Rita Casaroli, Anna Chromy, Primo Conti e Vittorio Cusatelli, Marco Dolfi, Alfredo Fabbri, Paolo Giusti e Riccardo Luchini che s’affidano ad un segno/colore raccontato nell’unitaria visione del reale, cui seguono – sempre di livello – le espressioni di Luigi Falai e di Gianpiero Frediani, Silvana Franco, Gian Paolo Giovannetti, Grazia Leoncini, Fausto Maria Liberatore, Eugenio Pardini, Simone Rossi, Gabriele Rovai, Leopoldo Stefani e Gabriele Vicari.
E’ però il simbolo a dare sempre una consistente veridicità al soggetto scelto, portandolo in gran parte sul piano naturalistico.
Eccoci ad Antonio Barberi, Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi, Ethel Bustamante, Angela Careggio, Girolamo Ciulla, Slava Denčič, Maria Gamundì, Ugo Guidi, Paolo Lapi, Marco Manzella, Annamaria Maremmi, Liliana Marsili, Antonio Giovanni Mellone, Milena Moriani, Bruna Nizzola, Pierluigi Paviola (Pigi), Giancarlo Vaccarezza, Ernesto Treccani.
Nella continuazione della personalità ben evidenziata, non poteva mancare la scultura con Giancarlo Cannas, Massimo Facheris e Mara Moschini, mentre la fantasia ha una logicità pure nella visione di Maurizio Baccili, Lino Benedetti, Pierfranco Benesperi, Rossana Biagi, Alberto Bongini, Ferdinando Coppola, Gianni Dova, Tito Mucci..
Emergono anche le istantanee fotografiche di Luciano Bonuccelli, Roberto Mari, Giacomo Mozzi, ma a questo punto – pur senza essere entrato nel merito dei singoli, che però ben conosco e apprezzo seguendone o avendone seguito l’iter di diversa dimensione – va detto che la validità di ciascuna immagine è positiva in quanto funzionale all’identificazione della forma col contenuto.
Il racconto (o tema prefisso e conseguito) è diventato, opera dopo opera, una cosa viva per nell’esperienza lavorativa e impegnativa che, dopo la ricerca, s’è evoluta nell’ultimo capitolo giungendo finalmente ad essere una vera conquista.