Sabato in Versilia? Sabato alla Capannina di Francechi.
Sabato 22 Giugno la Capannina ti aspetta a Forte dei Marmi.
Chiama ora il 347.477.477.2 (Luca, anche via SMS e WhatsApp) o scrivi a [email protected] per informazioni e prenotazioni.
Disponibili per la serara:
- cene alla carta o a menu fisso;
- tavoli a bordopista, nell’esclusivo privé, intorno alla pista, al piano superiore con vista palco e affacciati sulla pista, nel piano bar e nei nuovi privé estivi lato mare e lato monte;
Sabato 22 giugno alla Capannina di Franceschi.
La Capannina in 500.
Serata-tributo all’auto mito del boom economico, con autoraduno di fronte al locale.
Musica dal vivo, deejay set e deejay set.
- Band dal vivo: Monna Lisa Smile
- Special console: Stefano Piari dj & Alessio Guidi voice
- Piano bar: Stefano Busà
Fiat 500
Da Wikipedia l’enciclopedia libera.
La Fiat Nuova 500, anche conosciuta come Fiat 500 o con il popolare appellativo Cinquino, è un’automobile superutilitaria della casa torinese, prodotta dal 1957 al 1975.
L’idea
Non appena messo in vendita, il modello “600″ riscosse un successo enorme, anche grazie al diffuso ottimismo generato dal miracolo economico e al sistema rateale messo a punto dalla SAVA. Tuttavia, ancora grandi strati della popolazione italiana non avevano la potenzialità economica per acquistare un’automobile, continuando a preferire le motociclette o le neonate microvetture.
Pensando a questo enorme bacino di potenziale clientela, Vittorio Valletta aveva incaricato Dante Giacosa di realizzare, contemporaneamente alla “600″, un’automobile superutilitaria, i cui costi di acquisto, uso e manutenzione, potessero essere compatibili con il modesto bilancio delle famiglie operaie.
La maquette della “Nuova 500″. Si noti il padiglione posteriore più basso, per scoraggiare il trasporto di altri due passeggeri, che sarebbe andato a scapito, secondo la FIAT, del successo di vendite della coeva 600. L’ingegnere Dante Giacosa tra i due modelli di automobili che lo hanno reso celebre, la Topolino e la Nuova 500.L’idea attorno alla quale lavorare arrivò inaspettatamente da Hans Peter Bauhof, un giovane impiegato tedesco della Deutsche-Fiat di Weinsberg che, nel 1953, inviò alla casa di Torino i disegni di una microvettura a due posti, ispirata nelle forme al celebre Maggiolino, motorizzata con un propulsore due tempi posizionato posteriormente.
Giacosa esaminò il progetto di Bauhof e bocciò immediatamente il motore. Il disegno della carrozzeria, però, gli piacque e lo schema tecnico risultava perfetto per ottenere un basso costo di produzione. Vennero allestiti i primi prototipi di forma, fino ad ottenere un eccellente Cx (coefficiente di resistenza aerodinamica) di 0,38, e contemporaneamente iniziò la progettazione del motore.
I tempi necessari per la progettazione e lo sviluppo del nuovo propulsore erano però incompatibili con l’urgenza aziendale di immettere il modello “600″, ragion per cui l’operazione ebbe qualche ritardo
La produzione.
Soddisfatte le immediate esigenze dell’azienda, Giacosa poté finalmente dedicarsi con calma al motore della “Nuova 500″.
Vennero allestite e testate unità prototipali a benzina a quattro tempi con due cilindri raffreddati ad aria forzata, in varie configurazioni: a camere di combustione in testa e a camere laterali, ad alberi a camme in testa e ad alberi a camme nel basamento con punterie ad aste e bilancieri, a cilindri paralleli e a cilindri contrapposti, a disposizione longitudinale e a disposizione trasversale.
La versione a cilindri contrapposti era però osteggiata dallo stesso Giacosa a causa dei costi eccessivi, mentre le altre venivano via via scartate per scarsa affidabilità o eccesso di vibrazioni. La scelta definitiva cadde sul motore longitudinale a due cilindri paralleli con camere di combustione a tetto in testa e punterie ad aste e bilancieri, due valvole per cilindro, raffreddato ad aria forzata, 479 cm³ di cilindrata, erogante 13 cv. L’unità non riuscirà mai ad essere del tutto priva di vibrazioni a causa della scelta progettuale dei pistoni affiancati; si sopperisce montando il motore a sbalzo su una piccola sospensione a molla ancorata alla traversa posteriore che diverrà una tra le caratteristiche più note della 500. Fu un capolavoro di “economia”: il filtro dell’olio in asse con l’albero motore permise grosse semplificazioni, e l’albero fu realizzato a gomiti in ghisa fusa anziché in acciaio fucinato.
Ancora, venne sviluppata una versione del motore con i cilindri paralleli ma orizzontali (“a sogliola”) che sarà la base del progetto 110B che, realizzato dalla Autobianchi, diventerà la “Bianchina”, e che sarà poi affiancato dalla versione “Giardiniera” della stessa “Nuova-500”