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La casa degli spiriti / Isabel Allende

Creato il 01 settembre 2010 da Lo Sciame Inquieto
La casa degli spiriti / Isabel AllendeLa casa degli spiriti / Isabel Allende. Milano: Feltrinelli, 1987.
Lo so. Non è di certo una novità editoriale. Ce l'avevo lì sugli scaffali da anni senza aver mai provato il benché minimo interesse a leggerlo. Poi il suggerimento di una persona speciale è bastato a farmi mettere in valigia La casa degli spiriti e a dedicare circa metà della vacanza alla sua lettura.
Ho saputo che mi sarebbe potuto piacere nel momento stesso in cui mi è stato chiaro che si trattava di una saga familiare, genere che - dopo la lettura di Middlesex e Vita - è diventato uno dei miei preferiti. Le quattro generazioni di donne della famiglia del Valle che ruotano attorno all'epica figura di Esteban Trueba, da Nivea, a Rosa e Clara, a Blanca, infine ad Alba, coprono poco meno di un secolo (sostanzialmente il Novecento), intrecciandosi - ora più ora meno - con la straordinaria storia del Cile (mai esplicitamente nominato nel romanzo).
Il racconto parte un po' in sordina e, dal mio punto di vista, fa un po' fatica a decollare. Protagonisti assoluti della storia per buoni 2/3 sono Esteban e Clara, una specie di antitesi vivente: tanto materialista, concreto, brutale ed efficace il primo, quanto eterea, spirituale, visionaria, distante dalla realtà la seconda. Nonostante il coinvolgimento in politica di Esteban, che diventerà esponente di spicco del Partito Conservatore e Senatore, e i diversificati ruoli sociali ricoperti da Clara, le vicende storiche restano a lungo sullo sfondo, descrivendo un Paese per niente toccato dalle grandi guerre che si combattono prevalentemente sul continente europeo e stabilmente governato per decenni dal Partito Conservatore, guidato da notabili e proprietari terrieri in un equilibrio sociale non certo giusto, ma indubbiamente solido.
L'età di transizione rappresentata dai figli di Esteban e Clara, Blanca e i gemelli, Jaime e Nicolas, rappresenta la fase in cui gradualmente il privato tende a sfociare nel pubblico di una storia politica che, con l'avvento dei socialisti al governo, vede artificiosamente sconvolti gli equilibri sociali ed economici, portando la nazione sull'orlo di una guerra civile che la consegnerà nelle mani della dittatura militare. Il mondo che Clara ed Esteban avevano conosciuto, racchiuso tra la tenuta delle Tre Marie e la casa dell'angolo, perderà i suoi contorni di certezze ideali, facendosi per molti versai incomprensibile, fino a coinvolgere nel suo terrore Alba (la figlia di Blanca), il personaggio che personalmente mi ha più appassionato.
Sebbene la parte del racconto privato della famiglia Trueba risulti affascinante per l'originalità dei personaggi, comprese le figure minori, e per la loro forza, per quanto mi riguarda ho trovato più emozionante, nonché di grande interesse, la parte in cui pubblico e privato si mescolano rendendo la famiglia Trueba testimone e protagonista del momento forse più difficile della storia del Cile.
In fondo, Esteban e Alba (nonno e nipote) rappresentano i due volti della nazione, le certezze e le regole un po' arcaiche, ma in parte sensate, del passato, e l'idealità carica di promesse e purificata dall'odio del futuro.
Mi è venuta voglia di leggere ancora sulla storia di questo Paese, di capirne di più, di cogliere le ragioni, di interpretare le motivazioni degli errori. E già questo sarebbe sufficiente per fare de La casa degli spiriti un gran libro.
Se a questo si aggiungono la componente visionaria e onirica che lo pervade, l'alto contenuto immaginifico, il ruolo di creazione del reale e di testimonianza affidato alla scrittura, ne viene fuori un affresco maestoso che a distanza di quasi vent'anni dalla sua prima pubblicazione non perde smalto né attrattiva per qualunque età e generazione.
Certo, Middlesex mi aveva conquistato il cuore in un modo che forse Isabel Allende non riesce a fare, ma a questo punto parliamo solo di gusti personali di scrittura.
Voto: 4/5
P.S. Il prossimo libro da recensire avrebbe dovuto essere L'eredità di Eszter di Sándor Márai: peccato che l'ho dimenticato nell'aereo Air China di ritorno da Shanghai, quando ne avevo letto solo le prime 50 pagine! Cercherò di rimediare con qualche post sulle mie vacanze apulo-cinesi...

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