Dal 6 al 20 maggio la Casa dell’Architettura di Roma, suggestivo spazio dell’ex Acquario Romano, oggi sede dell’Ordine degli Architetti di Roma, ospiterà un grande omaggio all’opera di un personaggio che ha espresso una poliedrica ed originale creatività nelle visioni artistiche di un futuro dal forte impatto visivo: Roberto Fallani.
Autore di ben 53 brevetti, di innovative sculture dai materiali più vari, di oggetti di arredamento tecnologico e fantastici scenari urbani, l’inventore-costruttore di origini toscane inizia la sua attività di designer ideando oggetti pratici, tecnologici e funzionali con grande attenzione al trasporto, montaggio, smontaggio, manovrabilità e misure, anticipando negli anni Ottanta alcuni dei principi strutturali su cui è tuttora basata la produzione delle grandi catene di distribuzione nel settore dell’arredamento.
La sua antologica, dal titolo FUTURO ANTERIORE, si protenderà in un itinerario multipiano di oltre una ventina di produzioni uniche tra ferro, legno, alluminio e materiali alchemici, in cui la progettazione tecnica ed ergonomica si abbinerà ad uno studio quasi ossessivo della forma e di quanto possa interagire con la persona determinando situazioni emozionali. Una mostra che, rivisitando il passato “onnivoro” del suo artefice, intende anche parlare ad una generazione che vive un’epoca di devastazione interiore dove ogni ambizione è compromessa ed in cui lo stesso futuro è già sintomo di un negazionismo (in)finito.
Una galleria di troni antropomorfi, lampade tecno-artistiche ed infissi saranno adibiti a veri e propri strumenti di comunicazione mentre un cuore in resina pulsante segnerà il battito sonoro del percorso espositivo: opere accuratamente selezionate negli oltre cinquant’anni di carriera di un autore concentrato principalmente nel rapporto umano-spaziale “dentro-fuori” dove la manipolazione biologica realizzata da un’arte ironica ma protesa al negazionismo rivela tutta la sua protensione ad indagare il futuro con lo sguardo sul presente-assente.
Tra le novità presentate anche il NeoVitruvio, una monumentale figura in alluminio fuso che lascia intravedere giunture scheletriche ed articolazioni tese non alla deformazione del nudo, ma alla scoperta della interiorità meccanica di ogni essere umano, e la seduta-scultura Skeleton nelle quali la “struttura” scheletrica si evidenzia in tutta la sua prorompenza, ammorbidita dalle imbottiture e sdrammatizzata dalla brillantezza e dal colore del pellame, tanto che, non si avverte assolutamente disagio nell’essere accolti dall’abbraccio di uno scheletro, che anzi diventa oggetto da toccare e con il quale interagire.
Nella filosofia di Fallani, le cui opere sono diffuse in una limitata produzione che interessa un mercato internazionale, l’attenzione al dettaglio è uno spunto iniziale per la una personale sintassi dove il linguaggio si struttura attraverso varie unità compositive – “il sostegno”, “il collegamento o raccordo”, “l’incastro-snodo”, la “modanatura-profilatura”, la “superficie” – elementi realizzati con pochi essenziali materiali ed in cui la molteplice permutazione se da un lato rende spesso l’opera difficilmente catalogabile, dall’altro contraddistingue lo stile e la progettualità del suo ideatore.
L’esposizione, con ingresso libero a tutti, sarà aperta dal lunedì al venerdì osservando il seguente orario: 10-20.