"La casa di carta" è un piccolo gioiello. Appartiene a quella categoria di libri che vanno letti tutti d'un fiato, senza distrarsi mai dalla lettura per non rischiare di perdere nulla.
E' un libro che parla dell'amore per i libri, di quanto intenso possa essere, intenso al punto da diventare ossessivo ed esasperante. Avete presente Don Chisciotte? Ecco, Carlos Brauer, protagonista indiretto del romanzo, è un moderno Alonso Quijano. Non si trasformerà in cavaliere errante, non combatterà contro i mulini a vento né si innamorerà della bella Dulcinea. Ma si lascerà comunque totalmente invadere dai libri e dai loro autori: apparecchierà la tavolo per sé e per il libro con cui ha deciso di cenare, costruirà uomini di libri con cui conversare, sarà ossessionato dalla disposizione dei volumi nella sua biblioteca (mai mettere vicine le opere di autori che non si sopportano), fino all'apice della follia, che consisterà nella costruzione di una casa di cui i libri sono mattoni. Così li avrà sempre con sé, faranno sempre parte della sua vita ma non si lascerà più sopraffare da loro. Vicini, vicinissimi, ma intoccabili. Fino a che un giorno non gliene verrà chiesto uno indietro. Il regalo che una donna, Bluma Lennon, gli aveva fatto e che ora vorrebbe indietro. Il lettore scopre tutto questo tramite l'io narrante della vicenda, un docente argentino ispanista a Cambridge che, sostituendo una sua collega morta investita da un'auto mentre leggeva le poesie di Emily Dickinson, si vedrà recapitato un libro di Conrad, "La linea d'ombra", tutto impastato di cemento. L'uomo, per curiosità, deciderà di scoprirne di più e, tornato a Buenos Aires per le vacanze, intraprenderà un viaggio alla ricerca di Carlos Brauer.
E' un libricino incredibile, di amore e passione per i libri. Un esempio, esasperato certo, di quanto, volenti o nolenti, i libri e ciò che leggiamo possono influenzare le nostre vite, cambiare il nostro destino. Una volta entrati nella nostra vita, infatti, diventano qualcosa di cui non possiamo più fare a meno, da cui non possiamo scappare, perché se anche proviamo ad allontanarcene (e ammetto di averci provato ogni tanto, a leggere "meno") prima o poi torneranno da noi.
Ammetto che il libro è riuscito anche a farmi sentire un po' ignorante, se penso alla quantità di libri che ho letto io in confronto a quella di ciascuno dei protagonisti (tutti accademici comunque!). Ma questo è ovviamente inevitabile.
In ogni caso, se siete degli accaniti lettori, se avete sempre con voi un libro ovunque andiate, se la vostra libreria è il posto che più vi fa sentire a casa, dovete assolutamente leggere questo romanzo.
Nota alla traduzione: decisamente ben fatta!
Nel corso degli anni ho visto libri destinati a equilibrare un tavolo zoppo; ne ho visti trasformati in comodini, disposti a torre con una tovaglietta sopra; tanti dizionari sono serviti per stirare e appiattire foglie e fiori più spesso di quanto non siano stati consultati, e non pochi libri conservano, dissimulati tra le pagine, lettere, denaro, segreti.
Anche le persone cambiano il destino dei libri.
Titolo: La casa di carta
Autore: Carlos María Dominguez
Traduttore: Maria Nicola
Pagine: 96
Anno di pubblicazione: 2011
Editore: Sellerio
ISBN:978-8838925559
Prezzo di copertina: 10 €
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formato brossura: LA CASA DI CARTA