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Mentre continua il “toto-lotteria-imu” e i cittadini scommettono su quanto dovranno pagare per la nuova imposta sugli immobili, il governo prepara una riforma del catasto che dovrebbe cambiare le regole del gioco. Obiettivo della riforma è quello di ridistribuire il prelievo senza aumentare il gettito, per permettere ai proprietari di case meno abbienti di pagare meno tasse. Quest’anno l’imu si pagherà in base ad un catasto che fotografa il mercato immobiliare del biennio 1988-1989, ormai ben lontano dagli attuali valori. La riforma - di cui è già pronta una bozza che verrà discussa la settimana prossima - prevede una riclassificazione non più basata sui vani, ma sui metri quadrati e l’effettivo valore di mercato degli immobili. Per evitare che due immobili con la stessa superficie, ma diversa distribuzione, siano tassati in maniera diversa, e che i prorietari di loft di lusso del centro storico di una grande città paghino un'imu irrisorio perché la casa e la zona in cui sorge è stata rivalutata nel corso degli anni. La nuova riforma non sarà pronta in poco tempo, saranno necessari alcuni anni e il lavoro congiunto degli agenti del territorio. Il primo passo consisterà in dividere il territorio di ogni comune in tanti “ambiti territoriali del mercato” per distinguere - ad esempio - una zona del centro da una zona periferica e residenziale. In secondo luogo si rivedranno le categorie catastali per introdurre categorie più semplici e con un maggior legame con il mercato. Il terzo e conclusivo step sarà quello di attribuire un valore fiscale ad ogni singolo immobile, in base all’ambito territoriale e alle caratteristiche dell’edificio. Il valore sarà aggiornato periodicamente grazie ad un algoritmo e quando la riforma sarà operativa, l'imposta imu si pagherà sulla base di questi valori, considerando però le aliquote appicate dai singoli comuni che potrebbero far aumentare, e di molto, l'importo dovuto.