ITALIA – 2012
cast: Luca Magri – Francesco Barilli – Marco Iannitello – Sara Alzetta – Nina Torresi – Paola Crecchi – Adriano Guareschi
regia: Francesco Campanini
soggetto: Luca Magri
sceneggiatura: Luca Magri – Chiara Agostini
musica: Lello Padovani
durata: 88 min
2 settembre 1947: Attilio (Luca Magri) è un ex attore caduto in disgrazia per aver accettato di lavorare per il regime fascista; Eurigio (Adriano Guareschi) l’ex “forzuto” da baraccone circense senza lavoro; Ugo (Francesco Barilli) un vecchio pazzo violento che ha appena finito di scontare 15 anni per uxoricidio e Ciccillo (Marco Iannitello) un giovane contadino rimasto traumatizzato durante un bombardamento. In tutto quattro. Quattro disgraziati senza un futuro che la vita costringe ad una scelta estrema: tentare una rapina ad un ufficio postale.
Il colpo riesce, ma finisce in un bagno di sangue con una guardia giurata morta e Eurigio ferito gravemente. Decisi comunque a seguire il piano il gruppo abbandona la macchina per proseguire a piedi fino agli Appennini e, una volta attraversati, riparare in Versilia per spartirsi il bottino. Ma Eurigio è agli sgoccioli e sarebbe comunque di peso così Attilio lo finisce ed i quattro diventano tre.
La fuga si rivela più difficile del previsto, tra le impervie difficoltà di una campagna brulla e scheletrica e le tensioni sempre crescenti tra Ugo ed Attilio e non bastano le prospettive di una vita migliore per placare gli animi. Dopo l’ennesimo omicidio gratuito perpetrato dal vecchio lo scontro tra i due sembra inevitabile non fosse che il terzetto s’imbatte in una vecchia fattoria sperduta nel nulla ed abitata da una famiglia di contadini composta di donne.
Ugo, ovviamente, vuole farle fuori per eliminare le tracce del loro passaggio ma Attilio sfrutta il suo “fascino” per abbattere la diffidenza delle contadine e chiedere ospitalità per la notte.
Non c’è problema. Se gli uomini hanno di che pagare le donne saranno ben disposte a rifocillarli e a prendersi buona cura di loro.
più che un horror il film si potrebbe catalogare come drammatico con risvolti horror, visto che l’aspetto grandguignolesco della trama si risolve nell’ultima mezz’ora della storia che, nonostante la buona volontà, si affloscia nel punto in cui dovrebbe mostrare maggior forza proprio come un soufflé che ti si sgonfia nel forno a 3/4 di cottura.
Altra pecca è la recitazione. Troppo legnosa quella di Luca Magri (oltretutto soggettista e sceneggiatore del film) e ciancicata e ruspante quella dei caratteristi (a volte si fa fatica a capirli)
Nonostante questo la pellicola ha una sua struttura, un suo piccolo fascino (ereditato anche dai rimandi ai film di Avati e alla sua amata Brianza) e una fotografia di tutto rispetto e poi, diciamocelo, Francesco Barilli (il regista di film come “Il Profumo della Signora in Nero” e “Pensione Paura” e unico professionista dell’entourage) nella parte del burbero Ugo ci calza proprio a pennello e la struttura spigolosa del personaggio non si distanzia poi molto dal carattere dell’attore/regista (posso assicurarvelo io che l’ho conosciuto, anche se marginalmente, circa 25 anni fa ad una rassegna cinematografica).
In definitiva il film si fa vedere e qualche buona idea la tira fuori, lasciando ancora un po’ di fiato nei vecchi polmoni asfittici del cinema italiano e appoggiandosi alla vecchia filosofia del continuare a tentare e non mollare mai.
P.S. notare la lettera C della parola casa sulla locandina, mezzaluna insanguinata che rimanda a quella ben più famosa de “La Casa” di Raimi.
Ma che fantasia questi grafici italiani!
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