La contrazione delle classi verificatasi da qualche anno nella parte di istituto dove insegna la ‘povna ha portato quest’anno, come conseguenza prevedibile, a una contrazione delle aule. Nonostante le vibratissime proteste, e dopo una battaglia persa, il vicepreside DaddyLongLegs è stato così costretto a cedere un intero corridoio al vicino liceo linguistico (con ciò provocando una crisi cardio-circolatoria a Mr. House, che in quelle stanze insegna da sempre) e non c’è stato niente da fare.
Un intero corridoio, meno una, sarebbe più corretto. Perché ciò che ore e ore di trattative sono riuscite a strappare è stata, appunto, una residua aula, che si trova all’estremità dell’edificio, quasi nascosta. E alla quale, da quest’anno, con la ristrutturazione in corso, si può accedere esclusivamente da particolari scale.
Ed è proprio qui che, in uno spazio remoto, solitario, lontano dalla restante umanità scolastica, hanno trovato casa – per una scelta casuale, apparentemente (ma la ‘povna la sa più lunga, e sa anche che lo sceneggiatore si diverte) – sorridenti, i Merry Men.
Che un gruppo come il loro, a soggiornare da queste parti, fosse particolarmente adatto, è fuor di dubbio.
“Non so, ‘povna, sono perplesso. Magari li spostiamo, il mese prossimo” – le aveva confidato Esagono.
“Scherzi?” – aveva risposto lei con l’aria da la-so-più-lunga – “Il problema sarà farli scendere, piuttosto. Che loro, da lì, belli belli come sono, e indipendenti, sponte propria non si schiodano di sicuro”.
Detto, e fatto. Dopo un accenno di pigra protesta (“Si durava meno fatica al piano terra, professoressa”), i suoi uomini del bosco si sono valorosamente adattati alla bisogna. E, isolati come sono, si son fatti la cuccia.
“Professoressa, sa che quassù nessuno ci disturba”.
“Prof., ha visto la nuova casa, che bella?”.
“Che dice, prof., ci portiamo un materasso?”.
“Magari una nostra personale macchinetta”.
“Oppure un forno, per scaldarci il panino”.
La ‘povna li ascolta, li sa, li ama, li prevede come sempre.
Del resto – non l’ha rivelato a nessuno, ma se ne è ben accorta – nel muro di fondo, ben protetto, ha iniziato a comparire l’embrione di un buchetto.
(“Eh, prof., di là, al liceo, ci son le bimbe” – le ha confidato Piccolo Giovanni – “ora della fine della scuola, avremo scavato un tunnel, così potremo andare in visita”).
Lei ride (che altro può fare, in questa circostanza?). E aspetta solo il giorno in cui quelli, come fosse cosa ovvia, appenderanno una scala di corda alla finestra, per arrivare alla casa sull’albero.
“Esageri” – commenta Esagono.
La ‘povna tace, è la cosa più saggia. Ma, lo sa, è questione di poche settimane.