Il fascino della marchesa Casati ha attraversato il tempo con la sua aura intensa e piena tanto di fascino quanto di mistero; basta digitare il suo nome su google e subito appaiono numerose pagine su di lei, ma è altrettanto evidente che il suo unico obiettivo è stato inseguire il sogno di divenire un’opera d’arte. Per raggiungere questo traguardo non usò altro che sé stessa, senza produrre di fatto nulla di suo pugno. Una volta scomparsa, non restò niente se non i ricordi che hanno lasciato artisti, fotografi, scrittori di cui fu amica e musa ispiratrice.
Appare molto coerente l’uso del tratto del pastello che buca la pagina, spezzando la delicatezza dell’acquerello e mettendo in evidenza quelli che furono i tratti distintivi dell’immagine della marchesa: gli occhi bistrati di nero, i capelli tinti di rosso, l’abbigliamento eccentrico.
Una figura come quella di Luisa Casati oggi non potrebbe esistere per molte ragioni di cui non è importante parlare in questa sede, ma è interessante come Vanna Vinci abbia dipinto in modo notevole non solo una figura di donna, ma anche la cosiddetta Belle Époque, che diede vita a personaggi unici, oggi difficili da immaginare.
Abbiamo parlato di:
La Casati. La musa egoista
Vanna Vinci
Rizzoli Lizard, 2013
96 pagine, cartonato, colori – 17,00 €
ISBN: 978-8817065566
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