LA GENTE PROTESTA, i sindaci si oppongono ma non c’è niente da fare: la legge ha dato via libera e così le case di tolleranza spuntano ovunque. La Jonquera è un bordello, Figueras (nomen omen) un puttanaio, Port Bou un casino, per non parlare di Barcellona.
I GESTORI sono chiaramente papponi perché vivono alle spalle delle puttane, ma fanno i salti mortali per dipingersi come benefattori dell’umanità, quasi dei santi. “La prostituzione on si può reprimere, esisterebbe comunque. Almeno qui le ragazze sono protette, sicure e lavorano in buone condizioni igieniche. Molte di loro aiutano le famiglie nei paesi d’origine. Se non ci fossimo noi, quelle povere famiglie morirebbero di fame…” Come no, con una media di 6 clienti al giorno, una ragazza può guadagnare 12.000 euro al mese che in paesi come l’Ucraina, il Brasile e la Romania non si vedono nemmeno con il cannocchiale. Il gestore si accontenta dei soldi per l’affitto della stanza e dell’incasso per le consumazioni dei clienti nel locale, ma siccome tutto questo ruota intorno alla prostituzione, non ha scampo: è un pappone. Per darvi un’idea, in Francia gli albergatori che ospitano le puttane sono puniti dalla legge. A Nizza ha fatto scalpore la condanna di un poveraccio che aveva affittato un monolocale a una puttana, senza sapere che la sua inquilina si prostituiva. Niente da fare, per la legge era un pappone lo stesso. Invece in Catalogna il mestiere di pappone è diventato legale. Avete capito? Questi moralisti che bandiscono le corride non esitano a legalizzare il prossenetismo.
I BORDELLI hanno il loro sito internet, uno più sontuoso dell’altro. Qui potete vedere quello del Lady's Dallas che in una strana lingua ispano-franco-inglese (relajate et jouit des spectacles sexy's...) decanta le delizie del locale. C’è perfino l’icona per la ricerca d’impiego, come dire che è stata legalizzata anche l’incitazione alla prostituzione. Un consiglio a Berlusconi: invece di organizzare i suoi casini ad Arcore o in Sardegna con il relativo rischio di galera, si compri una villa in Catalogna.
Dragor