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La CCSVI nella Malattia di Parkinson

Creato il 21 marzo 2014 da Yellowflate @yellowflate

coverE’ stato pubblicato sul sito della prestigiosa rivista scientifica Journal of Vascular Surgery uno studio americano intitolato “Modelli di insufficienza venosa cronica nei seni durali e nelle vene di drenaggio extracraniche e loro rapporto con l’iperintensità della sostanza bianca per i pazienti con malattia di Parkinson“.

Secondo alcuni ricercatori della Wayne State University di Detroit (Michigan), il parkinsonismo idiopatico (IPD) rimane una di quelle malattie neurodegenerative per le quali le cause rimangono sconosciute. Molti casi clinicamente diagnosticati di IPD sono associati a malattie cerebrovascolari e all’iperintensità della sostanza bianca (WMHs). Lo scopo di questo studio era quello di indagare la presenza di seni trasversi e di anomalie venose extracraniche nei pazienti con IPD e il loro rapporto con la WMHs cerebrale.

Sono stati reclutati in questo studio ventitre pazienti con IPD e 23 controlli sani di pari età. Sono stati sottoposti a scansioni di risonanza magnetica convenzionale neurologica strutturale e angiografica e, per il flusso sanguino, alla quantificazione dei vasi extracranici. Le strutture venose sono stati valutate con il tempo di volo bidimensionale; il flusso è stato valutato con contrasto di fase bidimensionale, e il volume della WMH è stato quantificato con FLAIR pesata in T2. I soggetti con IPD e quelli normali sono stati classificati in quattro categorie sia con il tempo di volo della risonanza magnetica che con le immagini a contrasto di fase: ( 1) seno trasverso e vene giugulari interne mancanti o limitate nelle immagini del tempo di volo; ( 2) basso flusso nel seno trasverso e nelle vene giugulari interne stenotiche; (3) flusso ridotto nelle vene giugulari interne e (4) flusso normale e nessuna stenosi.

Suddivisi in quattro categorie, con le categorie 1 a 3 combinate, è stata osservata una differenza significativa nella distribuzione dei pazienti con IPD e nei controlli normali (χ2 = 7.7, p < .01). Sono state osservate anomalie venose (categorie 1 , 2 e 3 ) nel 57% dei soggetti con IPD e solo nel 30% dei controlli. Nei soggetti con IPD, il tipo di categoria correlava sia con le anomalie di flusso che con la WMHs.

Al termine dello studio, secondo gli autori, da questo studio preliminare si conclude che una frazione maggiore di pazienti con parkinsonismo idiopatico sembrano avere un’anatomia e un flusso venoso anormale sul lato sinistro del cervello e del collo e che le anomalie del flusso sembrano correlare con il volume della WMH. Sono ancora necessari studi su un campione più ampio per confermare questi risultati.

La risonanza magnetica è un potente strumento per studiare le anomalie strutturali venose, per quantificare il flusso sanguigno, e per quantificare il numero e il volume delle lesioni della sostanza bianca del cervello. Sono state trovate in questo studio correlazioni tra le anomalie venose anatomiche e di flusso e l’iperintensità della materia bianca nei pazienti con malattia di Parkinson. Questi risultati possono rivelarsi uno strumento importante per classificare i pazienti con malattia di Parkinson idiopatica. Lo studio di quei pazienti con parkinsonismo idiopatico con anomalie venose strutturali e di flusso può aiutare a capire di più sull’eziologia o la progressione della malattia.

Fonte: http://www.jvascsurg.org/article/S0741-5214%2814%2900250-X/abstract



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