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In questa prima serie di manifesti, presentati oggi dal segretario generale Hermann Gröhe alla Konrad-Adenauer-Haus di Berlino, la CDU ha deciso solo apparentemente di mettere in secondo piano la sua leader. Se è vero che nei manifesti le parole chiave sono famiglia, solidità finanziaria, crescita, euro forte, sicurezza e lavoro (e in nessuno di questi compare la Cancelliera che invece è in primo piano nel manifesto guida), nei depliant più piccoli (distribuiti alla conferenza stampa) è proprio Angela Merkel a farla da padrone.
Negli ultimi mesi si è sviscerata in profondità la prima e la seconda vita della Cancelliera, prima e dopo la caduta del Muro. Si sono fatte rivelazioni e ricostruzioni di diverso tipo, alcune vere, altre credibili, alcune solo supposte, altre ancora evidentemente false. La vita della donna più potente di Germania (e non solo) resta, in ogni caso, un mistero e la sua azione politica un enigma. Per ora, in ogni caso, Merkel e la CDU rispondono con depliant che raccontano la sua vita (privata e pubblica): dalla sua infanzia al conquista del Cancellierato passando per le sua formazione, la riunificazione della Germania, il suo ruolo nella CDU fino all’importanza della famiglia, dell’Europa, del rispetto della natura e, addirittura, dei suoi sogni, delle sue aspirazioni (riduzione della disoccupazione e che ogni cittadini, per quanto possibile, veda realizzate le proprie aspettative). Benché nessuno lo dica, sembra proprio una risposta alle tante biografie non ufficiali sulla Cancelliera. Come ha detto Hermann Gröhe durante la conferenza stampa "i cittadini tedeschi hanno un'immagine chiara e definita della Cancelliera." E rispondendo a una domanda su una dichiarazione di Peer Steinbrück rilasciata in un'intervista a Tagesspiegel, dove si diceva che a Merkel manca la passione per l’Europa in virtù del suo passato nella DDR, il segretario generale Gröhe ha sottolineato che queste illazioni rientrano in una delle numerose gaffes del candidato socialdemocratico.
Hermann Gröhe ha anche informato sui costi di oltre un milione di euro, sulla quantità dei manifesti più grandi (circa 8200 manifesti) e sull’importanza di questo strumento di propaganda elettorale perché con una frase sintetica e con immagini ben fatte (Gröhe ha espressamente apprezzato il colore blu sui manifesti) si lancia un messaggio incisivo. Forse una risposta indiretta elle ironie apparse sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung sulla retorica che si nasconde dietro i manifesti elettorali. Nell’articolo di Claudius Seidl si evidenziava anche l’immagine depressa che trasmettevano i manifesti socialdemocratici.
twitter@uvillanilubelli
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