Twitter, dopo Facebook, è di sicuro il social network più diffuso su scala internazionale, anche se c’è da dire che “in casa nostra”, i V.I.P. soprattutto, preferiscono il servizio di microblogging alla piattaforma creata da Mark Zuckerberg. Ma quando una rete sociale si trova a che fare con le diverse legislazioni dei Paesi di tutto il Mondo, con tanto di richieste di censura, le cose si complicano. E non di poco.
Ed il motivo è molto semplice: non è affatto facile abbinare le logiche in chiaro stile “social” ed i principi appartenenti al mondo della Rete con il rispetto delle numerose legislazioni.
Evitare che la scure della censura si abbatta su un social network, in questo caso Twitter, è una conditio sine qua non, per godere di una certa reputazione di “rete sociale libera e, di conseguenza, di successo”.
La censura su Twitter è…
Twitter si accinge a lanciare la versione in arabo, in ebraico, in farsi ed in Urdu e, onde evitare censure di contenuto su scala internazionale, la nota piattaforma di microblogging va a modificare l’intero metodo di censura, introducendo quella che è stata definita “censura selettiva” che viene applicata “per Paese”. Così facendo, Twitter informa in modo trasparente colui che ha tweettato un contenuto che è stato censurato. Come? Con un semplice messaggio in cui spiega le motivazioni che hanno portato all’eliminazione di quel contenuto nella Nazione di riferimento.
Come fa Twitter ad applicare la “censura selettiva”? Grazie ad un accordo con il sito web Chilling Effect, che restituisce a mo’ di elenco tutti i contenuti cancellati dal web con tanto di motivazioni e dell’autorità che ne ha fatto la richiesta.
Le accuse sul fatto che Twitter abbia “strizzato” gli occhi alla censura non mancano. Anzi! Gli scioperi del tweet sarebbero stati piuttosto numerosi.
Da un lato vi sono numerosi iscritti che parlano di censura da parte di Twitter, altri invece non la pesano così e sostengono che si tratti di un atto di trasparenza nei confronti di chi naviga in Rete.
Se i primi parlano di “eccessivo adattamento alle leggi locali”, di “logica deprecabile dal punto di vista generale” e di “passività nei confronti dei regimi sanguinari”, i secondi invece sostengono che sebbene Twitter sia una rete sociale, dall’altro lato è anche un’azienda profit con tanto di uffici localizzati in ogni parte del mondo. A detta di questi ultimi, la Rete non può essere considerata un universo a sé stante con regole diverse dagli altri settori del mercato e chi è di parere opposto è semplicemente un ingenuo.
E voi che ne pensate della “censura selettiva”? La ritenete ingiusta o necessaria?