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La Centralita' Della Persona Come Fine

Creato il 28 novembre 2011 da Annaritarbr
centralita della persona"La Centralita' Della Persona Come Fine" su un blog dedicato alla Scienza? Certo che sì! In che modo formare una persona autonoma, capace di effettuare scelte e risolvere problemi è argomento che interessa qualsiasi ambito e in primis la società presente e futura.
Il criterio fondamentale del pensiero pedagogico  e scolastico europeo, elaborato dagli anni '90 ad oggi, è di considerare ogni persona, e quindi ogni scolaro di qualunque condizione ed età, "come fine e mai come mezzo".
Questo principio comporta che sia il singolo docente che l'équipe pedagogica sappiano vedere in ogni allievo una complessità di opportunità di crescita per se stesso e per la comunità intera, sappiano rispettare il suo mondo, cercando di scoprirlo e di comprenderlo, senza risultare invadenti oppure autoritari.
E' importante anche comprendere che gli atteggiamenti di rifiuto o di distrurbo non sono altro che aspetti della personalità del discente, da correggere e indirizzare verso il positivo, offrendogli la nostra comprensione e il nostro aiuto. Condividere i suoi problemi gli farà avvertire che partecipiamo alle sue difficoltà come fossero nostre; assumere verso ciascuno atteggiamenti di simpatia, solidarietà e fiducia favorirà l'acquisizione da parte dell'allievo di stima verso se stesso, fiducia in sé e negli altri, rendendosi in tal modo emotivamente disponibile al dialogo educativo e alla collaborazione.
Ogni allievo diverso per cultura, lingua, credo religioso ha il diritto di poter fruire di una accoglienza emotivamente calda e stimolante, che lo motivi a stabilire con tutti una relazionalità positiva, condizione indispensabile per aprirsi all'apprendimento e al miglioramento. Come scuola, attiveremo perciò tutto ciò che promuova il suo benessere e la sua crescita in identità, autonomia e nelle competenze migliori possibili, in rapporto alla sua età e alle sue condizioni di partenza.
Qualsiasi itinerario educativo posto in essere avrà come fine il valorizzare la personalità dell'allievo in quanto centro del processo formativo; considerare in positivo anche gli eventuali comportamenti o atteggiamenti sbagliati, a condizione che chi sbaglia sia motivato e animato dalla consapevole (e popperiana) volontà di apprendere anche dai propri errori.
Secondo le ricerche condotte in campo pedagogico, sociologico, psicologico, educativo, i supporti all'accoglienza sono l'ethos, il pathos e il dialogo.
L'ethos si esprime come disponibilità incondizionata  verso l'altro; il pathos fa leva sulle emozioni positive (Goleman), che docenti e non docenti  possono e devono manifestare attraverso il sorriso accogliente, il tono della voce e la condivisione delle difficoltà; il dialogo richiede al docente di motivare gli allievi a rivolgere domande, incoraggiando i più timidi e impacciati ad uscire dal loro guscio e a diventare propositivi.
La società attuale, e soprattutto quella futura, richiedono che i giovani sappiano affrontare le sfide del cambiamento e dell'innovazione. Perciò sin dal primo momento che prendiamo in carico i ragazzi, stabiliremo con loro un dialogo aperto e costruttivo per motivarli ed orientarli a problematizzare ogni situazione. Soltanto così apprenderanno a porsi problemi, a costruirli e a risolverli, progettando ipotesi di soluzione, da sperimentare con la nostra mediazione didattica, qualora fosse necessaria. Svilupperanno così la capacità ad apprendere come si progetta. Capacità questa che è la risultante di tre condizioni: curiosità; aspettativa; desiderio di pervenire al successo.
Tali condizioni avvieranno concretamente la formazione dell'atteggiamento e del "metodo scientifico", inteso in senso galileiano e popperiano, ovvero fondato su esperienze fatte oggetto di problematizzazione e successiva formulazione di ipotesi da sottoporre al vaglio della sperimentazione, per verificarne la validità. Il metodo scientifico, così concepito e utilizzato, non intende scoprire la "verità" (Positivismo), bensì se l'ipotesi formulata è "valida", in quanto risolve il problema. Se l'ipotesi non dovesse risolvere il problema, l'allievo ne sperimenterà altre fino ad individuare quella valida. Il criterio di validità sostituisce, pertanto, quello di verità, che non appartiene alla Scienza, la quale è tale solo se aperta all'innovazione continua (Popper).
Partendo dalla curiosità e da esperienze facilmente comprensibili e, per quanto possibile, realizzate dallo stesso allievo, si svilupperà in lui la capacità di compiere prima operazioni concrete, poi, via via, operazioni mentali o concettuali, costituenti le modalità peculiari del Costruttivismo, approccio pedagogico che fa della progettualità il suo filo conduttore.
Se si mettono a confronto, infatti, le fasi del metodo della ricerca con le fasi del percorso di progettazione e di costruzione delle conoscenze, apparirà chiaro come l'uno mutui dall'altro, confermando nell'apprendente l'univocità di un processo che valorizza: l'immedesimazione, la motivazione,  la ricerca-scoperta, il confronto, la sperimentazione.
La sperimentazione, finalizzata a scoprire la validità delle ipotesi, potrà essere realizzata dagli allievi, sempre con la mediazione didattica dei docenti, anche attraverso simulazioni al computer, che diventa così uno strumento di validificazione del processo predittivo-progettuale.
Le ricerche, che si concluderanno con la scoperta di una soluzione valida al problema posto, promuoveranno la crescita in autostima degli allievi e ulteriori motivazioni ad individuare nuovi problemi, a pensarne e a progettarne le possibili soluzioni e a sperimentarle anche a livello di simulazione al computer.
Attraverso tali attività, e in un clima di accoglienza simile a quello che ho cercato di delineare, gli alunni si formerano e svilupperanno gradualmente il pensiero predittivo-progettuale, che è a loro indispensabile per affrontare, con possibilità di successo, le sfide della complessità o del cambiamento poste dalla società attuale e, in prospettiva, dalla società del futuro, prevedibilmente ancora più complessa, anche per gli sviluppi vertiginosi della globalizzazione e dell'economia dei mercati.

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L'immagine è presa dalla rete.

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