Magazine Diario personale

La chiarezza sarà la nostra ribellione.

Creato il 17 dicembre 2013 da Cristiana

Vado veloce su alcuni passaggi. Da ieri sono in Direzione Nazionale insieme ad altre 119 persone (tra cui tanti con cui in questi anni abbiamo fatto la stessa strada e consumato suole), gli ex segretari (per cui Veltroni, Franceschini e Bersani) e gli ex presidenti del consiglio (per cui D’Alema).

Il discorso di insediamento di Matteo Renzi se non lo avete ancora sentito o letto potete trovarlo qui. Il nuovo segretario si è posto 3 priorità che definiscono il DNA del partito e che saranno i punti su cui il PD non farà sconti al governo: nuovo piano per il Lavoro, Diritti (Ius Soli e Civil Partnership) e Scuola. Poi c’è il resto, il condimento delle riforme istituzionali e del taglio ai costi della politica (abolizione del senato, delle province in senso dei loro costi, del titolo V e legge elettorale).

Più che per un governo delle larghe intese ci sarebbe materia per compensare gli ultimi venti anni e la mia lettura non ci gira intorno: come avevo detto alla Leopolda il governo ha senso se le cose le fa, ma se le fa come diciamo noi che siamo il partito di maggioranza. Tutte le cose messe sul tavolo sono cose che questo governo non farà se non annacquandole e riducendole di senso. Ergo, prima andiamo a votare e meglio sarà (è noto che lo dico dal primo giorno, non cambio idea).

Un’altra cosa che ha detto Renzi è: restiamo ribelli.

Interpreto la ribellione di questa fase come la sfida a mantenerci chiari. C’è una cosa che il PD non ha fatto in questi anni; essere chiaro. Liquefare alcuni valori perchè alle parole non seguivano gli atti oppure non avere proprio chiaro il cammino da percorrere per raggiungere la visione. Se mai di visione ce ne sia mai stata una. Ne vedevo sempre due. Ecco questa cosa va evitata come la pesta. Deve esserci un solo PD. Di lotta e di governo, come vi pare ma che sia uno sulle questioni base. E il segretario (forte del voto su programmi chiari, tra l’altro) ha definito delle questioni di base che rappresentano il DNA del PD di adesso. Punto. Piaccia o no.

Ecco l’errore che non dobbiamo compiere ora che abbiamo la bicicletta (“E mò pedali” come direbbe il mio bisnonno) è perderci nella nebbia.

Faccio alcuni esempi. Il PD difende la 194. E quindi non può avere un capogruppo in Europa che non conosce la 194. Ecco cosa dice Sassoli per giustifcare la sua astensione sul rapporto Estrela di cui avevo postato due giorni fa (grazie a Chiara Lalli per la segnalazione)

1483385_10151847164614562_1858750127_n

Rinfresco la memoria, sulla 194, articolo 12. Per fortuna i nostri antenati avevano capito il tema della minore età e delle mammane e avevano tutelato la salute della donna a tutto tondo. 

articolo12

Concludo dicendo che su alcuni temi, se diciamo che definiscono il nostro DNA dobbiamo essere consistenti come si direbbe declinando un teorema matematico. Se parliamo di Civil Partnerhip o di istituto equivalente alla tedesca non possiamo parlare di altro come sembra fare il DDL presentato da Marcucci. Forse non tutti sanno che le “unioni alla tedesca” così come sono adesso sono state approvate per gradi, sono dedicate solo alle persone omosessuali e prevedono, oggi, anche la stepchiladoption che faceva parte di tutte e tre le mozioni congressuali e quindi è DNA del PD: l’ultimo stadio delle unioni alla tedesca e non il primo. E prevedono anche l’obbligo di reciproca assistenza in caso di divorzio che il DDL Marcucci non prevede essendo “scioglibile” in comune così come è stato contratto, cosa che ne fa una roba più simile ai PACS francesi che alle Eingetragene Lebenspartnerschaft tedesche. Punto.

Poi possiamo discutere (io sarò tra quelli) del senso della fontanella diversa con la stessa acqua, ma già determinare quel punto (e non un altro ancora più indietro) come il nostro punto di partenza (come valore di pungolo all’azione di questo governo) sarà cosa buona e giusta. Mi batterò perchè nella prossima direzione sia assunto come punto condiviso dal partito per attuarlo in questa legislatura e continuerò (come ho sempre detto) a battermi perché nella prossima campagna elettorale si parli di matrimonio e non di altro.

Però intanto partiamo dalle cose che abbiamo detto, almeno da quelle. Poi ci batteremo per quelle non ancora dette.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog