C’ è un nuova creatura nella galassia della denominazione TRENTO. Si chiama Clé (chiave in francese) ed è il nuovo Brut Albino Armani 1607. La notizia sta cominciando a girare in questi giorni e la rilanciamo anche noi. Ci sta a cuore riprenderla, perché la maison spumantistica (metodo classico) di Chizzola di Ala, ha scelto coerentemente di aderire alla denominazione ma non al marchio commerciale TRENTODOC. Coerentemente perché si colloca nella scia dell’altro metodo classico della medesima casa: il buonissimo e raffinatissimo 823 – Maso Michei. Una notizia che non può non far piacere a Trentino Wine, da sempre impegnato nel sottolineare la dimensione pleonastica del marchio commerciale
Il vino non lo ho assaggiato, quindi non posso commentarlo. Sarà disponibile, dice il produttore, solo nei prossimi giorni, prima a ProWein (15 – 17 marzo) e poi a Vinitaly (22 – 25 marzo).
Ma intanto possiamo anticipare qualcosa spulciando fra le note della scheda tecnica. Si tratta di una cuvée da uve Chardonnay e Pinot Nero, coltivate sulle colline e sui pendii montani della Val d’Adige trentina. La tipologia del dosaggio lo colloca nella categoria brut e riposa sul lieviti per almeno 24 mesi prima della sboccatura. Fra le note sensoriali “il perfetto equilibrio fra acidità e struttura”. L’etichetta è pulita ed essenziale e riporta sul fronte il disegno elegante di una chiave finemente lavorata. Il suo nome, Clé (chiave), fa l’occhiolino alla suggestione della lingua francese. Chiave di cosa? Magari più avanti il produttore lo spiegherà. A me piace pensare che il TRENTO, e solo TRENTO, sia la chiave per aprire la serratura del Trentino enologico. Ma forse questa è anche la chiave della porta del Trentino, la Val d’Adige meridionale. Oppure la chiave, il metodo classico, per aprire il cuore.