La Chiesa contro la legge indiana che criminalizza i gay

Creato il 13 dicembre 2013 da Uccronline

La Corte Suprema indiana ha cancellato la decisione dell’Alta Corte di Delhi che nel luglio 2009 aveva aveva depenalizzato i rapporti intimi tra omosessuali, confermando la validità costituzionale della sezione 377 del Codice penale e accogliendo il ricorso di larga parte della popolazione e di molte associazioni culturali e religiose induiste.

Il cardinale cattolico Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana ha protestato contro la decisione, affermando che «la Chiesa cattolica non è mai stata contraria alla depenalizzazione dell’omosessualità, perché non abbiamo mai considerati i gay come criminali. In quanto cristiani esprimiamo il nostro pieno rispetto per gli omosessuali. La Chiesa cattolica si oppone alla legalizzazione dei matrimoni gay, ma insegna che gli omosessuali hanno la stessa dignità di ogni essere umano».

D’altra parte nell’Italia cattolica l’omosessualità è stata depenalizzata nel lontano 1866, ben prima dall’anglicana Gran Bretagna (1967), della Germania comunista (1968), della luterana Norvegia (1972) o d’Israele (1988). Nel Catechismo cattolico si condanna il “peccato”, definendo «gli atti di omosessualità» come «intrinsecamente disordinati» ma si insegna ad accogliere il “peccatore”, gli omosessuali infatti «devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione».

Se dunque non possiamo che guardare con tristezza la decisione della Corte Suprema indiana, è momento di soddisfazione apprendere invece che, pochi giorni dopo la vittoria della famiglia naturale in Croazia, l’Alta corte australiana ha vietato all’unanimità i matrimoni omosessuali, pochi giorni dopo la celebrazione delle prime unioni gay nella capitale Canberra. In Italia, invece, l’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha negato un’equiparazione di fatto tra le coppie eterosessuali e quelle omosessuali, respingendo due emendamenti proposti da Franco Grillini, consigliere regionale del gruppo misto (ex Idv) e presidente onorario di Arcigay.

Il Parlamento europeo ha invece definitivamente respinto il rapporto Estrela su “Salute e diritti sessuali e riproduttivi”, che se fosse passato avrebbe sponsorizzato l’aborto come diritto umano, la fecondazione e la teoria del “gender” invitando i membri dei Paesi europei a garantire a tutti, anche giovanissimi, aborto (senza consenso dei genitori), contraccezione, fecondazione assistita, rieducazione degli insegnanti, corsi obbligatori a scuola sull’identità di genere e sull’omosessualità.

Rimane la preoccupazione per la vicenda indiana, ma anche la felicità per le tre notizie arrivate dall’Europa.

La redazione


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