La mole del campanile della chiesa di San Bartolomeo, a Villadossola, si nota da lontano.Ti attira.Ti porta a se, come un dardo scagliato dalla terra verso il cielo.Il complesso architettonico lascia trasparire il passato dal quale ci perviene. Gli adeguamenti, i completamenti e le modifiche non hanno scalfito quel senso mistico del tutto che ancora oggi pervade la persona che, lentamente, si avvicina alla sua conoscenza.Il percorso al contrario è suggestivo. Il campanile ci guida, ci orienta nel passato senza luce, ci conduce per mano, ad ammirare l’insieme di simboli e visi che ornano la facciata della chiesa.
Simboli che arrivano da qualcuno che voleva lasciare un messaggio, un richiamo per noi.
Questi rozzi antropomorfi, che ci risultano grezzi, in altre chiese dell’Ossola assumeranno caratteristiche simboliche meno astratte.Particolare la lunetta sopra il portone d’ingresso.Al centro troviamo una croce, contornata da altre due più piccole che sembrano nuotare tra le onde. Analizzando altre chiese comprenderemo che trattasi di serpenti….La Chiesa ci giunge da lontano, da un tempo fuori dal tempo, fuori dagli spazi a noi noti.L’edificazione dovrebbe risalire “a qualche decennio prima” dell’anno Mille.La conformità dell’edificio al Romanico Lombardo ci porta a non escludere l’intervento diretto dei Maestri Comacini nella sua creazione ma.. potrebbe esserci anche la mano di Guglielmo da Volpiano, abate e santo. Guglielmo girava l’Europa per introdurre la riforma di Cluny agli inizi del X° secolo. Alla figura dell'abate era legata l’attività dei grandi maestri comacini che prima di valicare le Alpi, per erigere i grandi monumenti delle città francesi, si dedicarono, sicuramente, alla costruzione di cappelle e chiese nelle zone del Lago di Como e del Lago Maggiore, culla della loro arte.Compreso il periodo di costruzione e la “mano” che ha operato per la sua edificazione, ci dobbiamo addentrare nel percorso religioso alla base della Chiesa.Non abbiamo certezze per quanto riguarda la dedicazione originaria.Una pergamena del 1289 riporta la chiesa di Villadossola con dedica ai santi Fabiano e Sebastiano.I due santi venivano invocati contro la pestilenza che colpiva uomini ed animali.San Fabiano fu eletto Papa in modo alquanto singolare: nel 236 d.C. i cristiani, riuniti per l’elezione del nuovo vescovo di Roma, videro una colomba posarsi sulla testa di Fabiano, contadino di passaggio casuale e momentaneo nella città. In questo spegnersi del volo del bianco uccello, i cristiani, videro la scena della discesa dello spirito santo sul salvatore dell’umanità. All’unanimità elessero Fabiano come Papa.Il martirio di San Sebastiano è molto presente nella memoria della cristianità. L’uomo fu condannato a morte dall’imperatore Diocleziano in quanto cristiano. La condanna fu eseguita sul Palatino. Il corpo, nudo, di Sebastiano venne trafitto da innumerevoli frecce, tanto da sembrare un istrice. I soldati nel pensarlo morente abbandonarono la salma all’appetito degli animali selvatici. Ma Sebastiano venne salvato da Santa Irene, la quale si prese amorevole cura del corpo e dello spirito dell’uomo. Il fervente cristiano non volle ascoltare quanti gli indicavano di fuggire da Roma e decise di presentarsi al cospetto dell’imperatore per denunciare la persecuzione ed il martirio di molti cristiani. Diocleziano, sorpreso dall’apparizione del soldato che pensava morto, decise immediatamente che Sebastiano venisse flagellato a morte.Correva l’anno 304.La dedicazione della chiesa di Villadossola ai due santi appare ancora nel 1345 e nel 1351.Dal 1362 abbiamo notizie certe, da una pergamena di un notaio e politico domese, Ambrogio Canova, che la chiesa ha assunto la dedicazione a San Bartolomeo.Il cambiamento di titolo è quindi avvenuto tra il 1351 ed il 1362.Il motivo per cui sia cambiato il titolo non è noto e nemmeno possibile ipotizzarlo ora.Curioso che continui ad essere festivo il giorno dei SS. Fabiano e Sebastiano.Torniamo a san Bartolomeo.Cosa sappiamo di lui?Era uno dei dodici apostoli.Viene elencato dai vangeli dopo la resurrezione di Cristo.Invitato dal figlio di Dio a predicare per il resto della sua vita.La cosa più interessante riguarda senza dubbio il martirio.Secondo la tradizione viene scuoiato della pelle dal re dei Medi nella regione della attuale Siria.Personalmente ho un ricordo molto forte di san Bartolomeo legato al Michelangelo ed alla Cappella Sistina, dove viene rappresentato con la pelle in mano nel magnifico Giudizio Universale.In questo angolo di Ossola si è deciso di cambiare la dedicazione della Chiesa passando da due santi, considerati, protettori della peste ad un apostolo il cui unico ricordo nella cristianità è legato al martirio.Dall’alto del campanile immagino un uomo con la propria pelle in mano proteggere la chiesa, la città e forse tutta la cristianità in Ossola….Fabio CasaliniBibliografia* Tullio Bertamini. Storia di Villadossola, edizioni Oscellana. 1976.