
Era il 1640 quando una piena del torrente Vogna portò con se buona parte della Parrocchiale di San Michele.Gli abitanti di Riva Valdobbia decisero di trasferire le funzioni nel più sicuro oratorio dedicato a Santa Maria.L'oratorio era da considerarsi cappella cimiteriale, e, forse, da questa funzione possiamo risalire al perché del maestoso affresco che adorna la facciata della chiesa.Il perché è presto spiegato.

Se l'oratorio era la cappella di un cimitero, colui che affrescò la scena del Giudizio Universale aveva il compito di ammonire e forse "spaventare" le persone che si recavano al camposanto per far visita ai propri cari passati di là.Una seconda domanda che mi sono posto riguarda l'autore del magnifico affresco.Gli studiosi tendono attribuire la paternità degli affreschi a Melchiorre d'Enrico, fratello minore di Tanzio da Varallo.Se effettivamente la mano è quella di Melchiorre.... gli affreschi aumentano di fascino, in quanto sarebbero stati dipinti da un ragazzo poco più che ventenne......

Analizzando la storia della Parrocchiale e della famiglia d'Enrico, nella quale vi era una forte componente artistica, alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che fosse un secondo Melchiorre d'Enrico ad aver affrescato la famosa facciata ed non il più giovane, al quale si lascerebbe l'intervento al solo (bellissimo) San Cristoforo.
Nasce ora il terzo quesito.Perché la mano dovrebbe essere quella del Melchiorre più anziano?La risposta la si trova nelle figure rappresentate nel Giudizio Universale.Sono di chiara impronta nordica, e dato che il Melchiorre più anziano aveva soggiornato per diverso tempo in Sassonia, gli studiosi hanno avanzato la teoria appena esposta.
Vi è ancora una domanda cui ho trovato immediatamente risposta.Perché la chiesa è dotata di due campanili?Il primo (alto circa 34 metri) è riferibile al vecchio oratorio, e venne mantenuto malgrado i lavori di abbellimento e riedificazione della Parrocchiale. Grazie a questi lavori, nel 1661, venne edificata la seconda torre campanaria, molto slanciata rispetto alla precedente.I ristrutturatori si sono spinti sino a circa 43 metri di altezza.La risposta sarebbe facilmente rintracciabile nella volontà, ferrea e continuativa, degli abitanti di Riva Valdobbia, di abbellire ciclicamente la loro chiesa.Terminato il secondo campanile, i lavori ripresero a partire dal 1735 per ampliare maggiormente la Parrocchiale e donargli quell'aspetto imponente che il Monte Rosa chiedeva.



L'interno della Parrocchiale riveste un grande interesse per la qualità e la quantità di opere d'arte conservate.Oltrepassata la soglia si entra in un particolare mondo sospeso tra il barocco ed il classicismo. Lo sguardo cade sulle numerose cappelle presenti e sulla quantità di opere che adornano le stesse.Vi è un motivo per tale ricchezza di arredi sacri.Nel corso del tempo molti oratori della valle Vogna sono stati spogliati dei loro patrimoni artistici con l'intento di trovargli riparo in questa maestosa chiesa posta, quasi, alla fine della strada della Valsesia.Oltre solo Alagna ed il Monte Rosa, splendido guardiano di tutta la valle.


Fabio Casalini.