Da qualche giorno, e speriamo ancora per poco, siamo senza Papa, eppure noi cattolici, noi Chiesa, rimaniamo ancora troppo benestanti. E’ la tesi di Corrado Augias, il quale domenica non ha trovato di meglio che tornare a prendersela con la Chiesa, che a suo dire farebbe «un bene grande a spogliarsi del fardello dei beni materiali e della politica. Sarebbe un bene altrettanto grande per la Repubblica italiana, se questo avvenisse» (la Repubblica, 3/3/2013, p. 26). Per fortuna nostra a risolvere la questione ci ha già pensato, qualche secolo fa, un certo san Tommaso, spiegando come – eccettuata la «troppa sollecitudine per essi» – il criticato «possesso dei beni terreni» non sia affatto un male (Cfr. S. Th., I, q.40, a.3). Il problema è che il pensiero di Augias, così rancoroso e fuorviante, è lo stesso di chissà quanti. C’è poco da fare: da qualche giorno, e speriamo ancora per poco, siamo senza Papa eppure noi cattolici, noi Chiesa, rimaniamo infinitamente più ricchi di quanti si portano la cristianofobia nel cuore o “la Repubblica” sotto il braccio, sempre che vi sia differenza.