La Chieso-fobia non combatte l’omofobia

Creato il 19 novembre 2014 da Signorponza @signorponza

Bentornati a L’ora di religione, l’ora in cui leggete senza ascoltare, scambiandovi i diari per fare delle dediche, cretini. “Ma non mi piegherete MAAAAIIII” (einvece) parafrasando le urla di Simona Ventura quando, premiando Giorgia Palmas nella sua ultima Isola dei famosi, se la prendeva con i dirigenti Rai che poco la soffrivano e l’hanno lasciata vagare in giro nell’etere senza trovare mai più pace.

Prima di introdurre l’argomento di cui mi appresto a parlare mi scuso per la pesantezza di alcune parti. Questa settimana farò di questo spazio un uso del tutto privato, cercando di spiegare questo mio tweet che giovedì scorso, durante la puntata di X Factor, ha infiammato qualche animo. Ora, per carità, non creo scompigli sull’etere, figuriamoci, però in mancanza di argomenti più succulenti, ho deciso di spiegare cosa intendevo dire quando, in risposta alle parole che Fedez aveva scritto presentando Madh, io ho twittato:

non c'è nulla di più ipocrito del dare la colpa dell'omofobia alla religione #XF8

— Leone Lewis (@leonelewis) November 13, 2014

Le parole pronunciate da Fedez sono le seguenti:

“[...] un rapper che parla di omosessualità e va a rompere l’assioma del rapper sessista e omofobo e per il nostro Paese può essere un piccolo promemoria per ricordarci che viviamo in uno stato laico e che nessuna istituzione religiosa può permettersi di giudicare l’amore come un senso di colpa“.

Allora, a parte che, rileggendole, non ha alcun senso ciò che dice (cosa vuol dire ‘giudicare come un senso di colpa’?), credo (e sottolineo che è assolutamente stata una mia impressione) che chi si è prodigato ad applaudire la sgrammaticata Cristina D’Avena del rap abbia letto (come ho fatto io) in questa esternazione uno scarica-barile: non sono i rapper a essere omofobi, è la religione e se in Italia c’è l’omofobia è colpa della religione che ne inquina la laicità.

A Fedez, ma che stai a dì??

Allora, inizierei col dire che il mio concetto di religione lo definirei liquido, come mi ha insegnato il maestro del pensiero post-moderno Bauman, e che, non avendo mai studiato teologia, non sono informato sui dogmi e teoremi del pensiero cattolico più strettamente ortodosso, per carità. Dopo aver messo le mani avanti, ogni tipo di religione, a mio parere, ha un messaggio d’amore verso il prossimo e ogni pretesto da parte degli uomini di usare la religione per combattere battaglie di ideologia e d’odio è del tutto erroneo. Poi se anche uomini di Chiesa si avventurano in campagne di odio e intolleranza, usando il loro altisonante ruolo, non è detto che questi non siano nel torto e, allora, io preferirei contestare i singoli ma non il pensiero religioso.

A tal proposito citerò il pensiero del tanto bistrattato Papa emerito Benedetto XVI quando dice che nessun seguace di nessuna religione può considerare Dio come una sua proprietà e credere quindi di essere nella verità rispetto agli atei. Allo stesso tempo, voglio anche citare il pensiero del tutto laico della filosofa e psicanalista francese Julia Kristeva che ammette: “Concentrati sul combattere l’abuso di fede da parte delle religioni, noi laici abbiamo dimenticato la base benefica del credere, il patto di fiducia con l’altro“. Io non sarei mai stato in grado di dirlo meglio di così, anche perché, biondo come sono, non ho una struttura di pensiero così ben articolata, quindi Julia voglio solo dirti

L’ultima risposta al mio tweet la indirizzo al caro amico Matteowolk, che giovedì ha prontamente risposto linkandomi l’articolo della notizia secondo cui la Curia di Milano ha chiesto di segnalare tutte le scuole in cui ci sono insegnanti omosessuali. Innanzitutto sottolineo che la Curia ha prontamente risposto scusandosi tramite il proprio arcivescovo Angelo Scola, che ha smentito subito qualsiasi intento di creare un indice sollevando l’ipotesi di un errore della segreteria della Curia. Vabbè senza entrare nel merito dell’avvilente e incresciosa situazione accaduta, ricordiamo che Scola era uno degli esponenti di punta alla successione di Benedetto XVI, appoggiato dalla Curia vaticana e poi decaduto in favore di Bergoglio.

Infatti, in sede di conclave, lo stesso Scola non è stato molto stimato dai cardinali suoi colleghi come mente progressista capace di guidare la Chiesa fuori dal declino post-Ratzinger, anche per la vicinanza di Comunione e Liberazione a Berlusconi. Ma sugli intrighi vaticani ci sarebbero da scrivere non post ma serie tv Hbo capaci di far impallidire I Borgia e House of cards.

Tutta ‘sta pippa per dire che l’omofobia va combattuta non attaccando la Chiesa e le religioni ma lo Stato, perché è vero, l’Italia è un Paese laico e perciò deve essere lo Stato a garantire diritti. Attaccare le religioni è una scelta ipocrita per sottrarci alle responsabilità che ha ognuno di noi nel combattere tutti i giorni l’omofobia in ogni sua forma, perché…

No, Antonella, dovevi dire omofobia.

Vabbè chiaramente siamo tutti contro l’omofobia e credo proprio che anche il Papa lo sarebbe, così come credo lo sia anche Fedez ma deve fare più attenzione quando si scrive le metafore dettate dal suo mentore J-Ax.

Anche per oggi la campanella è suonata, appuntamento alla prossima ora.

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