La Chinatown di Milano in mano alle gang. Approfondimento sull’operazione China Blue

Creato il 02 marzo 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Alessandro Ambrosini

Se Roma piange Milano non ride in fatto di criminalità. Lo si legge sulle grandi organizzazioni criminali che si insinuano nel tessuto sociale, lo si vede nei regolamenti di conti e nei colpi di pistola. 
A Roma si chiamano bande e a Milano gang. 
A Roma è la criminalità del luogo a gestire traffici e violenza, a Milano, forse perché più “internazionale” le gang sono cinesi, peruviane, albanesi, russe. 
Due lati della stessa medaglia. 
L’operazione China Blue, proseguita oggi con 24 arresti avvenuti nella notte, è nata nel 2009 e conta ad oggi oltre un centinaio di arresti. 
Tutti giovani gli arrestati, di seconda o terza generazione, tra i 17 e i 19 anni. 
 La mafia cinese non ha nulla da imparare dall’Italia, ma questi giovani hanno invece mutuato, in modo dettagliato, tutte le forme e le modalità della criminalità italiana. 
Sono generazioni di criminali che non si identificano più nella Patria d’origine ma nei sistemi e nelle logiche mafiose che si possono riscontrare nella storia di Cosa Nostra o nella criminalità nostrana in genere. 
 Il territorio d’influenza era il loro target finale, da difendere e allargare con omicidi e accoltellamenti. 
Come in Colors (film sulle gang americane degli anni ’80), si sfidavano con altre gang nel quartiere Sarpi, un ring considerato la Chinatown milanese.
 In questo ring tutto poteva accadere in ogni istante: devastazione di locali, di esercizi commerciali, estorsioni ecc. Stessa cosa con la prostituzione, che dove non la controllassero, la acquisivano con violenza dentro le case delle ragazze o dei “protettori”. Fino ad arrivare a gestire anche gli aborti delle stesse quando restavano incinte.
La lotta per il territorio si giocava con coltelli (ne sono stati sequestrati 100 solo in questa operazione), machete, manganelli, tirapugni,pistole. Il premio era Milano e la sua ricchezza. 
Si chiamavano fratelli maggiori o minori, per dare un senso gerarchico alla gang, e a questo corrispondevano una serie di benefit che andavano dall’assistenza legale, cellulari, auto e soldi per l’affitto dell’appartamento in cui vivevano. 
Una sorta di “famiglia” mafiosa, dove tutto era in virtù della gang. Dei Sopranos venuti dall’Oriente. 
 Consumismo e solitudine, queste sono le due cose che hanno portato alla formazione di queste gang. Almeno secondo quanto dice un vecchio commerciante intervistato dall’Ansa: «La maggior parte di questi ragazzi - spiega un vecchio commerciante - sono nati in Italia ma sono stati mandati in Cina e cresciuti dai nonni perchè i genitori dovevano lavorare 13-16 ore al giorno. Là si sono abituati a vivere come dei privilegiati, grazie alle rimesse economiche dei parenti. Il loro unico scopo è di vivere in Europa, nel lusso. Vogliono tutto subito e facilmente. E la veloce e crescente emancipazione delle donne in Cina si riflette soprattutto qui, all'estero». La caratteristica che è subito balzata agli occhi degli inquirenti è la presenza attiva del mondo femminile. Sono lontani i tempi delle donne relegate al ruolo di prostitute o al massimo di maitresse. 
Oggi la tendenza si è invertita, oggi sono aggressive e determinate quanto i maschi e determinano gli equilibri dentro le gang. Sono il 20% dei componenti del sodalizio solitamente. 
 Tre erano le gang che si dividevano i territori di influenza: quella di Ai Zi, la più potente, che coinvolgeva Milano e Brescia; quella Hu Suinhao di Torino e quella di Jin Wu di Prato. 
Queste ultime due erano in contrapposizione alla prima e si misurarono per il controllo di una discoteca a Milano il 16 Giugno del 2009, quando quattro della gang torinese furono fermati con coltelli e pistola. 
Da quel giorno le cose degenerarono e si arrivò ad usare “mercenari” pagati anche mille euro per una spedizione punitiva. Successivamente, l’organizzazione che faceva capo a un troppo giovane Ai Zi passo a tale Lao Tu ma dopo poco i gruppi di Brescia e Milano si divisero e la guerra tra le varie gang si inasprì ulteriormente. I rami criminali in cui operano sono gli stessi di chiunque organizzazione criminale di strada: spaccio, estorsioni, rapine, gioco d’azzardo e prostituzione il tutto condito ovviamente con la giusta dose di violenza. 
Caratteristica interessante, e da sottolineare, è il fatto che ogni attività di estorsione a commercianti o a chi gestisce la prostituzione è rivolta solo verso i connazionali. Come se vivessero in un mondo parallelo, estraneo al luogo in cui si trovano. 
 Come si vede, gli scenari non cambiano anche se cambiano i paesaggi. 
Oggi i carabinieri della seconda sezione del Nucleo Investigativo con il supporto del gip Claudia Gentili su richiesta del pm Bruna Albertini hanno inferto solo un duro colpo a questa forma di criminalità giovanile, ma la certezza è un terreno minato in questi casi. 
Una caratteristica di queste gang è proprio quella che se qualcuno finisce in galera viene immediatamente sostituito. 
Il colpo che han subito oggi è importante ma la vigilanza su questi fenomeni è d’obbligo visti i 32 episodi di estorsione e rapine, i tre tentati omicidi e una quindicina di pestaggi.

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gang cinesi, china blue, violenza, estorsioni, rapine, Milano, Torino, prato, Brescia, gioco d'azzardo, prostituzione, Alessandro Ambrosini, Notte Criminale


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