Chiuso da ottobre, ieri è stato svuotato anche l’ultimo scaffale Lirico, addio al bookshop . Meno spettacoli e biglietteria chiusa le cause della crisi
Inaugurato nel settembre del 2009, quando in via Sant’Alenixedda arrivò anche lo scrittore barbaricino Salvatore Niffoi, il bookshop era diventato un punto di riferimento per gli appassionati.
L’ultima volta che ha aperto le porte è stata per la replica finale del Nabucco, l’opera di Giuseppe Verdi andata in scena tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Ed è proprio da quella domenica, settimo giorno del mese scorso, che il bookshop ospitato del Teatro Lirico, dopo tre anni di vita, ha chiuso per non riaprire più. Troppe le perdite, troppo pochi i clienti. Questi ultimi legati all’afflusso di spettatori alle serate liriche e sinfoniche, diminuito repentinamente a causa dell’instabilità che regna nei piani alti della Fondazione e ai conseguenti scioperi delle maestranze, che hanno caratterizzato gli ultimi anni di vita del Teatro.
LA CRISI Da gennaio, nel periodo di maggiore frizione tra i dipendenti e il sovrintendente Gennaro Di Benedetto, gli affari erano in calo costante. Così Alberto Podda, il titolare del punto vendita, è stato costretto prima a licenziare la segretaria, poi impacchettare circa cinquantamila euro di merce e ad abbassare a malincuore le saracinesche per l’ultima volta. Ieri ha portato via le ultime cose.
La crisi, però, ha origini lontane. Precisamente da quando la biglietteria del Teatro era stata esternalizzata, cioè da quando è passata dalle mani della Fondazione alla catena Box office. Un cambio di gestione che ha portato a una drastica riduzione della vendita di biglietti e di abbonamenti, dunque degli spettatori, vero ossigeno per la libreria.
GLI ALBORI Inaugurato in pompa magna nel settembre del 2009, quando in via Sant’Alenixedda arrivò anche lo scrittore barbaricino Salvatore Niffoi, il bookshop era da subito diventato un vero punto di riferimento per gli appassionati di lirica e classica. Qui si potevano trovare copertine di dischi registrazioni, libri, foto, poster, cd e gadget. Allora, sotto la gestione del sovrintendente Maurizio Pietrantonio (per cui lavorava l’attuale sovrintendente in pectore Marcella Crivellenti), le vendite andavano bene perché il Lirico aveva oltre undicimila abbonati, a cui vanno aggiunti gli spettatori che compravano i biglietti, ed era un modello in Italia per come sapeva attrarre pubblico. Nel 2012, invece, secondo i primi dati, ci sarebbe un calo sugli spettacoli di concertistica sinfonica del 20 percento. E dunque di clienti della libreria.
I PROBLEMI La situazione per Podda peggiora l’anno successivo. Nel 2010 arriva il primo segnale: la Fondazione comincia a togliere i link della pagina internet del Lirico riservata al bookshop. Con loro sono sparite le immagini dei dischi, le foto e tutto il materiale che faticosamente era stato messo in rete con un lavoro immane. La situazione e gli affari precipitano quando le relazioni tra il titolare della libreria e i vertici del Teatro diventano sempre più problematiche. L’imprenditore, dopo sette mesi dall’apertura del punto vendita, ha iniziato anche a provvedere alla pubblicità delle serate, raggiungendo risultati ragguardevoli. Ma la collaborazione con l’amministrazione è iniziata a venir meno e contemporaneamente in via Sant’Alenixedda si vedevano più bandiere sindacali sventolare che non spettatori. Una frizione peggiorata con l’arrivo di Di Benedetto e che non è migliorata con il suo allontanamento.
Podda ha resistito fin quanto ha potuto, ha chiesto un incontro al sindaco, visto che il Lirico è da sette mesi senza sovrintendente, invano. L’auspicio è che con il nuovo sovrintendente suoni un’altra musica. Unione Sarda
Mario Gottardi
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